L'amaca

“Impedire che il Paese cada in mano alle sinistre" è il solo concetto di senso (quasi) compiuto che Silvio Berlusconi riesce a esprimere nella modesta intervistina video dove annuncia che non si ricandida. Lo dice sei o sette volte, come un mantra, lo stesso mantra che ha ripetuto per vent'anni. Tutto il resto (il nuovo miracolo italiano e le altre comiche frottole) servivano solo a simulare una polpa attorno a quel nudo osso, sola vera sostanza del ventennio: bloccare la sinistra, batterla, tenerla lontana dal potere. Ci è riuscito, vuoi per l'indubbio vantaggio di agire in un paese conservatore, vuoi per la pochezza e la confusione della famigerata sinistra. Alla quale però, trai tanti torti, non è lecito rinfacciare l'antiberlusconismo: che è stato un'ossessione di riflesso, figlia dell'ossessione primaria, il berlusconismo, fatale contagio per i milioni di italiani disposti a votare per chiunque - perfino per uno come lui - pur di non "cadere nelle mani della sinistra". Deve essere davvero molto antipatica, questa sinistra, per giustificare il fenomeno di un paese che ha preferito lo sfascio, la vergogna e il ridicolo pur di non scegliere lei.
© 2012 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU