L'amaca

A Fausto Bertinotti non garba che Nanni Moretti ancora gli rinfacci, quasi quindici anni dopo, di avere fatto cadere il primo governo Prodi (1998). Bertinotti non può negare di avere votato contro quel governo, levandogli la maggioranza; ma fa notare, da irriducibile dialettico, che a succedere a Prodi furono i governi D'Alema e Amato, ed è quanto gli basta a respingere con sdegno l'accusa di avere favorito la destra. Non contento di avere spiegato a Moretti (e a qualche milione di elettori di centrosinistra, compreso il sottoscritto) che far cadere Prodi fu un lungimirante passo per consentire a D'Alema e Amato di afferrare saldamente le redini del Paese, Bertinotti aggiunge un dettaglio così decisivo da lasciarci senza fiato: non solo vinti, ma quasi convinti. La caduta di Prodi spiega - ha poi permesso a lui personalmente, e a Rifondazione tutta, di «vivere l'esperienza dell'altermondialismo, da Porto Alegre a Genova». Ecco, noi avevamo sempre sottovalutato, tra le varie ricadute positive della cacciata di Prodi, la possibilità di poter finalmente vivere l'esperienza dell'altermondialismo da Porto Alegre a Genova. L'avessimo saputo per tempo, non ci saremmo rimasti così male.
© 2012 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU