L'amaca

Dalla Rassegna stampa

 

L'assistenza a chi giace nel lungo sonno del coma non è mai abbastanza. Ci sono persone e associazioni (come la Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna: visitate il sito Internet) che presidiano con passione e amore questo confine tra luce e buio, spesso con fondi pubblici largamente insufficienti. Hanno però il vantaggio oggettivo di operare senza ostacoli giuridici e senza alcuna ostilità di tipo etico: nessuna legge, e ovviamente nessuna etica, impedisce a chi lo desidera di rimanere invita a oltranza.
 
Non così accade a chi, con altrettanta determinazione, preferisce l'interruzione delle cure a una vita a suo giudizio invivibile e invissuta. Al calvario legale (caso Englaro, caso Welby) si aggiunge il discredito etico da parte di chi pretende che il diritto benedica solo le sue scelte, e maledica quelle altrui. La disparità di condizioni tra le due scelte, nel nostro Paese, è evidente. Così evidente che dispiace non venga colta. I tanti che, specie nel mondo cattolico, protestano vibratamente perché una trasmissione della Rai (“Vieni via con me”) ha osato raccontare nuovamente la storia di Welby, la storia degli Englaro, non si rendono conto di protestare dall'alto di una libertà riconosciuta contro chi uguale libertà non ha. Forti che protestano contro deboli: non è neanche molto sportivo.
 

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