Il laico gentile

"Una vita per la scienza" è il titolo di un libro Dvd sul professor Umberto Veronesi. Una biografia scritta da Alessandro Cecchi Paone -in libreria in questi giorni - della quale vi anticipiamo un estratto. C`è un`assoluta unicità nella laicità di Umberto Veronesi che lo rende diverso dagli altri pochi grandi leader non credenti della società italiana. Non gli appartengono infatti i furori risorgimentali e anticlericali di Marco Pannella, né la militanza politica totalizzante di Emma Bonino. E` spesso in loro compagnia in nome della modernità del Paese, ma come portatore di un altro modo di rappresentare il libero pensiero. C`è nella sua immodificabile solidissima pacatezza quasi lo stupore per la disponibilità di molti ad accettare i dogmi, per la loro rinuncia ad esercitare il potere della ragione e a vivere il piacere del dubbio e dell`indagine. Come dice lui stesso, c`è molto della cultura britannica in questo suo atteggiamento. Quel modo di vedere la vita che si preoccupa, in tutte le cose, più del come che del perché, più dell`azione che della speculazione metafisica. Empirismo e utilitarismo filosofico, che diventano approccio pragmatico ai problemi e sperimentazione continua fino alla soluzione concreta. Ricordo a questo proposito la risposta di un logico matematico di Oxford alla solita domanda dell`immancabile giornalista italiano preoccupato di come conciliare scienza e fede: non mi occupo di Dio, gli disse, perché non toglie e non aggiunge nulla alla mia vita e al mio lavoro. Poteva essere Veronesi stesso a parlare, che infatti presiedeva compiaciuto quella sessione dell`incontro annuale di settembre a Venezia sul Futuro della Scienza. Il ruolo che negli anni Veronesi si è ritagliato come ispiratore e punto di riferimento delle vecchie e nuove generazioni laiche del Paese ha certamente a che fare con la scelta di lasciare ad altri la gestione della pur indispensabile e preziosa reazione anticlericale e laicista al clericalismo e all`integralismo cattolico, per svolgere un`altra funzione : quella di testimone instancabile, lucido, incorruttibile, di un`altra visione della vita, di un altro sistema di valori,di un`altissima forma di umanesimo irriducibile all`idea stessa di trascendenza. Il pensiero laico appunto, figlio operoso, e operante soprattutto nell`Europa del Nord e nel mondo anglosassone, dell`Illuminismo,del liberalismo, del socialismo democratico e riformista. Nulla contro i credenti dunque, purché non tentino di imporre al resto della comunità la loro visione e i loro precetti,ma accettino la convivenza nelle diversità. Nel culto civile che testimonia il professore c`è posto solo per l`uomo libero che si autodetermina, per la filantropia come principio ispiratore, per la scienza e la tecnologia come strumenti di pace e di lotta all`ignoranza, alla fame, alla malattia e al dolore. E a chi insiste con le domande sul senso ultimo della vita risponde solo col sorriso che poteva essere quello di Socrate e spesso è del Dalai Lama: come a dire, meglio non dare risposte inutili a domande senza risposta. Questo non vuol dire però che l`uomo di cultura Veronesi sottovaluti il peso della spiritualità nella storia del inondo e delle civiltà. Al contrario, scoprirete un appassionato studioso e conoscitore di storia delle religioni , affascinato in particolare dalle dottrine orientali centrate sull`introspezione e l`autocoscienza, e dall`Islam, per quel suo Dio tutto spirito, senza volto, sesso, storia. Può essere interessante ricordare, in sede biografica, che Veronesi nacque in una famiglia cattolica, in cui la giornata era scandita dai riti della religiosità popolare e contadina. Assolutamente inadeguata per lui anche a proposito della ricerca di certezze. Può infatti sembrare paradossale ma è solo una volta persa la fede che il giovane Umberto trova la sicurezza in sé, in una scelta di vita che non teme i dubbi ma anzi ne fa strumento di lavoro e garanzia di tolleranza verso tutti.
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