L’industria guida la politica parla

Dalla Rassegna stampa

Un programma nucleare «per la rinascita del sistema paese», azzardano con fiducia gli imprenditori che questo pomeriggio si raduneranno in Confindustria per serrare le file attorno al grande progetto. Che il governo ha prima ben teorizzato, poi annunciato e promesso. Con molte robuste parole. Seguite da fatti un po’ claudicanti. L’agenzia per la sicurezza nucleare, ovvero il pilota-garante? Un anno di ritardo. E il via operativo non è alle porte: collegio zoppo di un commissario causa beghe politiche, sede indefinita, regolamenti da scrivere. La strategia nucleare da inserire nel nuovo piano energetico nazionale per oliare l’agenzia e tutta l’operazione? Né strategia, né piano. «Recupereremo», dicono al ministero dello Sviluppo. Ed ecco le imprese. Vorrebbero correre. Stanno facendo la loro parte. Si contano, si aggregano, allestiscono riunioni e seminari. Per dimostrare che anche qui, nei reattori, nell’ingegneria di sistema, nell’elettronica di controllo, il "made inItaly" può non essere secondo a nessuno. Insomma, ci credono. Sono 600, le migliori. Quelle pronte già oggi alle qualifiche tecniche. Che non possono partire. Per mancanza di "qualificatore".

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