L’Estonia nell’euro

Dalla Rassegna stampa

Gentile direttore, dal 1 gennaio 2011 anche l’Estonia entrerà a far parte dell’euro, adottando, come diciassettesimo paese, la moneta comune. Ci sono molte domande da porsi. Qual è la ratio di questa "new entry "? Le caratteristiche dell’economia estone, ben descritte dall’articolo di Riccardo Sorrentino pubblicato sul Sole del 19 dicembre, potrebbero costituire le premesse, si tratta solo di un’ipotesi astratta, per la creazione di una potenziale "Irlanda dell’Est". Quali sono invece i vantaggi di questa ammissione? Non c’è nessun motivo apparente che la renda conveniente per la zona euro. Piuttosto viene ad aggiungersi un paese da controllare ed eventualmente, parlandoci chiaro, da soccorrere con i fondi dei contribuenti appartenenti ai paesi maggiori come per Grecia e Irlanda. Che ci siano sotto degli interessi privati come, ad esempio, quelli delle banche che già operano nel paese, come documentato dal vostro articolo? In tal modo queste potrebbero operare, senza rischi di cambio, sotto la protezione dell’euro e dei suoi veicoli di salvataggio. Fra tanto discutere dell’euro e dei suoi problemi, anche un’analisi costi-benefici relativi a questa ammissione dell’Estonia sarebbe decisamente auspicabile.
 
Gianluigi Mengarelli
già Docente di Economia presso Cà Foscari - Venezia

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