L’amaca

Dalla Rassegna stampa

Quasi in simultanea, l’onorevole Casini e gli autonomisti baschi hanno offerto ai rispettivi governi nazionali un patto di pacificazione. La differenza, non da poco, è che mentre l’Eta è in armi da tempo immemorabile, e dunque la sua proposta di pacificazione ha un evidente rilievo logico, l’onorevole Casini, fin dalla nascita, non è in guerra con alcuno. Risulta difficile, di conseguenza, capire con chi egli vorrebbe pacificarsi, essendo l’unico uomo politico (forse al mondo) che può contare solo su alleati, ex alleati, semi-alleati, futuri alleati e alleati potenziali.
 
La sola cosa chiara è che la sortita di Casini segna ufficialmente la fine della sedicente seconda Repubblica e del presunto bipolarismo, e ci restituisce il vecchio aroma, inconfondibile, della prima Repubblica. Tipica di quell’evo era la capacità di rivestire di significati reconditi, e di storiche intenzioni, le più irrilevanti fumisterie, i giochini verbali, gli slittamenti anche minimi di posizioni che dall’esterno parevano statiche come macigni. Il "patto di pacificazione e responsabilità" di Casini non corrisponde a niente di differente dal suo solido e ormai annoso tran-tran compromissorio, barcamenante, non conflittuale. È appena un espediente verbale, tanto per avere un titolo in più sui giornali: prima si diceva democristiano, ora si dice responsabile.

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