Kim, le nozze consolidano la leadership

Dalla Rassegna stampa

Provate a immaginare Kim Jongun, leader della Nord Corea, in smoking mentre aspetta con impazienza davanti all’altare (o al santuario) di suo nonno, Kim Il-sung, e di suo padre, Kim Jong-il. Scruta il volto della sua futura moglie, aspettando il momento di baciare la sposa. Naturalmente nella Nord Corea di oggi una scena del genere non può che essere immaginata. La coppia è stata resa nota al pubblico solo di recente, e nelle fotografie presentate al mondo i due stanno in piedi con innocenza ma anche con orgoglio, vicini ma con un certo distacco, oppure lei lo segue due passi indietro.

Anche se gli osservatori della politica nordcoreana sembrano incuriositi e sbalorditi dal matrimonio di Kim Jong-un, e dalle soffiate dei media al riguardo, questo «nuovo sviluppo» non è così promettente. Non è un indizio sull’atteggiamento del giovane leader verso, ad esempio, riforme politiche ed economiche. Non rappresenta neanche un tentativo di avvicinare i cittadini più giovani per ottenerne il supporto. Il vero significato del matrimonio di Kim si può invece ritrovare nelle tradizioni coreane e nelle procedure dinastiche.

Per i coreani ai due lati del trentottesimo parallelo, il matrimonio è da tempo un pilastro della vita sociale. L’Agenzia per la Popolazione americana riporta che nel 2008 solo il 25 per cento delle donne nordcoreane di età compresa tra i 25 e i 29 anni – e appena il 4 per cento di quelle tra i 30 e i 34 anni – non sono mai state sposate. Tra l’élite di Pyongyang, il matrimonio è d’obbligo, e l’80 per cento della popolazione adulta che vi risiede è registrato come sposato. In effetti, un coreano deve essere sposato e avere figli per essere considerato un vero adulto – e questo vale anche per il dittatore.

Secondo il giornale sudcoreano «Hankyoreh Sinmun», un nordcoreano medio si sposa a ventinove anni, e una donna a venticinque e mezzo. Kim Jongun, che ha presumibilmente ventotto anni, è arrivato all’altare giusto in tempo.

Bisogna anche considerare che le donne sono la maggioranza dei residenti nella capitale nordcoreana. Secondo un esule che era parte integrante dell’élite prima di fuggire in Sud Corea, più del 60 per cento dei residenti di Pyongyang è donna. Un volto femminile come quello della First Lady Ri Sol-ju potrebbe quindi consolidare il consenso per il nuovo regime.

Forse ancora più significativa è la legittimazione sociale e quindi politica che il matrimonio conferisce a Kim. Prima che il «Grande Successore» si sposasse, sembrava un giovane ragazzo, calpestato da generali, burocrati e familiari. Tra i suoi colleghi più anziani e più esperti sembrava un cucciolo smarrito, o un ragazzo ben istruito che cercava di imitare un Re, sempre nell’ombra dei suoi predecessori.

Non era Kim Jong-un, il nuovo leader della Nord Corea, ma una versione in miniatura del «Grande Leader» Kim Il-sung. Infatti, da quando è salito al trono alla morte del padre lo scorso dicembre, è sempre stato paragonato al fondatore della dinastia. Si vocifera anche che prima di essere «svelato» al pubblico nordcoreano, Kim Jong-un sia stato obbligato a sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica per assomigliare il più possibile al nonno.

In molte società occidentali, matrimonio, sesso e bambini non sono necessariamente un pacchetto unico. Ma nella cultura coreana e dinastica lo sono, come tessere di un puzzle che formano un quadretto familiare perfetto.

Se la Prima Coppia nordcoreana avesse già un figlio, come ipotizzano gli esperti dell’intelligence sudcoreana, Kim Jong-un avrebbe un’immagine politica e sociale migliore di quanto molti credano. Un figlio dimostrerebbe la virilità del padre e rappresenterebbe un possibile erede – elevando l’immagine di Kim da re bambino e «Grande Successore» a leader legittimo, responsabile per l’educazione della prossima generazione dinastica. Se non è ancora padre, di sicuro ci sta lavorando, dato che una discendenza abbasserebbe il rischio di eventuali minacce alla sua posizione da parte dei fratellastri o altri parenti.

Ora Kim deve dimostrare che è davvero un uomo della famiglia, come suo padre e suo nonno, i quali hanno entrambi avuto svariate mogli e diversi figli. La First Lady Ri Sol-ju probabilmente spera di dare alla luce un figlio quanto prima possibile, per diventare «moglie e madre suprema» e vivere una vita lunga e felice, con o senza Kim. Se è furba, sa che il futuro della Nord Corea, e quindi il suo, è precario. Mantenere il potere all’interno della sua famiglia la aiuterebbe ad assestare la sua posizione, come quella di suo marito.
 

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