Iraq, la verità è lontana

Dalla Rassegna stampa

 Venerdì 21, la commissione britannica di inchiesta sulla guerra in Iraq, guidata da sir Chilcot, ascolterà di nuovo Tony Blair per «stabilire cosa sia accaduto dall’estate del 2001 a oggi circa il conflitto e per identificare le lezioni necessarie alla definizione di risposte efficienti qualora si dovessero verificare situazioni simili in futuro». Con Marco Pannella, Emma Bonino, Marco Cappato e i parlamentari radicali Rita Bernardini e Matteo Mecacci aspetteremo Blair davanti alla commissione a Londra con un veglia per la verità a partire dalle ore 17 di giovedì 20. Nei mesi scorsi con Pannella ci siamo recati più volte a Westminster per condividere con sir John Chilcot che coordina l’inchiesta, ma anche coi parlamentari dei maggiori partiti e la stampa, quanto abbiamo prodotto e raccolto dal 2002 a oggi sul modo con cui si è arrivati a lanciare l’attacco a Saddam Hussein.
 
 Sin dal gennaio del 2003 infatti Pannella aveva proposto, come unica alternativa possibile alla guerra all’Iraq l’urgente necessità di creare le condizioni politiche affinché il consiglio di sicurezza guadagnasse l’esilio di Saddam e gestisse la transizione del paese verso la libertà coinvolgendo personalità impegnate nella protezione e promozione dei diritti umani e della democrazia.
 
Salvo durante la testimonianza dell’ex ministro per lo sviluppo internazionale Claire Short, dimissionaria a seguito dell’attacco a Baghdad, a oggi la commissione Chilcot ha ignorato del tutto quell’aspetto della vicenda. Occorre invece insistere affinché anche quella verità, e non solo le argomentazioni sull’illegalità dell’attacco ormai conosciute fin all’ultimo retroscena, venga inclusa fra le "lezioni" da imparare per il futuro. Tra le rivelazioni più interessanti di Wikileaks (e per questo passate inosservate?) ce n’è una in cui il sottosegretario Usa al controllo delle armi Ellen Tauscher racconta di una conversazione con Jon Day, direttore generale del ministero della difesa britannico, in cui questi aveva promesso che Londra «si era attivata per proteggere gli interessi degli Usa» durante l’inchiesta Chilcot. La dichiarazione di Day è del settembre 2009 quando incontrò la Tauscher in occasione della conferenza sulle "Misure per rafforzare il processo verso il disarmo nucleare". La delegazione britannica era guidata da David Miliband, all’epoca ministro degli esteri. Inoltre, tra il 17 e il 21 maggio 2010, Chilcot Venerdì la commissione britannica d’inchiesta sulla guerra ascolterà ancora Blair e i suoi ebbero diversi incontri a Washington con componenti delle amministrazioni Usa, non trattandosi di sessioni formali non c’è documentazione delle discussioni.
 
 Il 6 gennaio scorso Day è stato ascoltato dalla commissione senza cenno a quelle dichiarazioni. La conoscenza degli uffici di Whitehall del lavoro dell’inchiesta precedente alla testimonianza di Day contraddice Gordon Brown secondo cui essa sarebbe stata «totalmente indipendente».
 
 Il lodevole intento della commissione non deve cadere vittima delle stesse segrete trame che hanno boicottato l’esilio di Saddam. Il nostro sito www.iraq.radicali.it documenta come la questione fosse discussa ai massimi livelli a Washington, Londra, Madrid, il Cairo, Dubai e Bagdad - ma anche a Roma e Tripoli. Occorre che le nostre denunce vengano studiate e arricchite con altri documenti da desecretare urgentemente per accertare le responsabilità politiche del chi, come e perché ha impedito la cacciata di Saddam senza spargimento di sangue. Altre veglie saranno a Roma, Barcellona, Bruxelles, San Francisco, Milano e Napoli dalle 18.

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