Iran, il no alla legge del taglione una lezione di civiltà al femminile

Sono molte e contrastanti le reazioni (e le emozioni) alla lettura della storia di Ameneh Bahrami, la ne donna iraniana sfigurata e accecata con l'acido da Majid Movahedi, l'uomo che aveva rifiutato di sposare. Avvenuto nel 2004, il fatto è stato ripreso dalla stampa per i successivi, più recenti sviluppi. Nel 2008, Majid era stato condannato secondo la legge del taglione, prevista dalla sharia: sarebbe stato a sua volta accecato con gocce di acido sugli occhi. L'esecuzione, affidata alla vittima e fissata per lo scorso 14 maggio, è stata però all'ultimo minuto rimandata. Secondo quanto dichiarato dal procuratore di Teheran Ameneh aveva perdonato Majid, chiedendo di essere risarcita con una somma, pare destinata a sostenere il costo di una plastica facciale.
Superfluo dire che quel che più colpisce nella storia è da un canto la sopravvivenza di una giustizia così primitiva e barbarica e dall'altro il fatto che a rinunziarvi sia stata una donna. Forse che, mi sono chiesta, la vendetta (di cui il taglione è una forma) sia veramente qualcosa che non appartiene al mondo femminile? Nel mondo greco vendicarsi era un dovere sociale, che consentiva agli uomini di lavare un'offesa all'onore. Le donne che si vendicavano (Medea, Clitennestra...) erano personaggi terribili perché usurpavano un ruolo maschile. Ma, al di là della difficile verifica storica, una cosa è certa: questo straordinario esempio viene, appunto, da una donna. I cui meriti, bisogna aggiungere, non vengono in alcun modo diminuiti dalla inquietante notizia che le autorità iraniane avrebbero fatto pressione perché perdonasse. Se questo è vero, come non chiedersi se le stesse pressioni sarebbero state fatte qualora a dover subire il taglione non fosse stato Majid, ma una donna? Se, vale a dire, non ci si trovi di fronte al permanere di una antica tolleranza delle violenze sulle donne? Ripeto, senza che questo minimamente diminuisca il valore della importante e generosa scelta di una donna, che ha dato una lezione straordinaria di civiltà, che speriamo indurrà altri a seguire il suo esempio. Ivi compresi e soprattutto quei padri, mariti e fratelli che continuano a lapidare, per colpe vere o presunte, le proprie figlie, mogli e sorelle.
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