Intervista a Paola Binetti: "Scelta che non accetto a questo punto vado via"

Dalla Rassegna stampa

«Mi chiamo fuori». E non solo dalla campagna elettorale. «Un sostegno del Pd alla candidatura della Bonino sarebbe per me una ragione forte per andare via. Non potrei mai sostenere questa scelta né una linea di questo tipo». Intorpidita nelle sue indecisioni, la segreteria di Pier Luigi Bersani è richiamata bruscamente alla delicatezza della situazione anche da questa posizione decisa di Paola Binetti, principale esponente con Luigi Bobba dell`ala teodem. Secondo la parlamentare l`opzione laicista provocherebbe «una vera e propria emorragia: ma pensiamo davvero che la componente popolare, ad esempio, potrebbe mai far accettare al proprio elettorato la candidatura di un personaggio dal profilo senza dubbio internazionale, forte, ma anche così scolpito da essere in antitesi con tutta una serie di valori? Diciamo che la leader radicale ha deciso di lanciare una forte provocazione, che probabilmente sarà chiarificatrice rispetto a quello che il Pd vuole veramente essere». Forse la chiarezza è necessaria, «perché l`instabilità non può durare all`infinito, e mi riferisco alle contraddizioni che attraversano sia il Pd che il Pdl. Davanti a una scelta radicale dei democratici credo sia meglio capire cosa possa fare questo grande Centro di Casini e Rutelli».

Ripartiamo dai metodo: non è sorprendente, più di tutto, che la seconda forza politica italiana non riesca ad essere padrona delle proprie scelte?

Diciamo che gli ultimi otto mesi per il Pd sono stati abbastanza faticosi. Siamo passati per una campagna congressuale vera, con tre opzioni nettamente diverse.

D`accordo, ma questo non spiega l`inerzia di fronte alle candidature e agli alleati.

Be`, io credo che la tendenza a bilanciare la scelta moderata della Puglia con quella radicale del Lazio sia un po` il riflesso di quel dibattito così impegnativo. Però resta il fatto che non si arriva mai a decisioni davvero integrate: una volta si va in un senso, una volta in quello opposto. E come se il Pd dicesse: si è individuata una figura come Francesco Boccia in Puglia, adesso non è che possiamo apparire troppo moderati, e allora ecco che nel Lazio si profila la deriva laicista.

Un sostegno democratico alla Bonino potrebbe passare anche come un atto di realpolitik.

Allora: l`Udc non sosterrà mai la leader radicale, così una parte significativa del mondo cattolico. Con tutto il rispetto per la persona, quel mondo e la storia radicale della Bonino sono incompatibili. Sostenerla vuol dire consegnare il Lazio alla Polverini, vuol dire aver deciso che si è già perso, magari con onore, ma senza possibilità.

Più rinuncia che cinismo, insomma.

Emma Bonino può rappresentare una componente importante, quell`area radicale che poi in certe occasioni, come nelle Europee di qualche anno fa, dimostra di saper attrarre percentuali assai più alte rispetto a quelle abituali. Ma non si può consegnare il Lazio a una cultura di questo tipo. Ovvio che mi chiamo fuori.

Scusi, ma può avvenire in un grande partito che sue componenti si dissociano e dicono "no, questo candidato non lo votiamo"?

Ci troviamo in una situazione particolare, perché i due partiti maggiori, Pd e Pdl, hanno al proprio interno visioni profondamente diverse sulle politiche economiche come sull`immigrazione o la bioetica. E allora sa che le dico? Che capisco il valore provocatorio dell`iniziativa di Emma Bonino, ben vengano provocazioni esplicite come le sue, perché nel momento in cui il Pd la assume come candidato già dà una risposta su quello che vuole essere. Finalmente si fa chiarezza.

E se le cose si chiariscono lei che fa?

Direi "che vadano dove vogliono andare davvero».

Quindi lei è pronta a uscire dal partito.

Per me sarebbe sicuramente una ragione forte: non potrei mai sostenere la Bonino né una linea di questo tipo.

Ma immagina che si possa arrivare a una separazione tra le componenti fondative?

Ci sono tre grandi famiglie nel Pd: quella che interpreta una continuità dal Pci, passando per il Pds e i Ds, poi c`è quella popolare, e mi chiedo se potrebbe far digerire al proprio elettorato un candidato come la Bonino che ha condotto battaglie sull`aborto, sulle coppie di fatto, da ultimo sulla sospensione di nutrizione e alimentazione per i pazienti in stato vegetativo, con disegni di legge sull`eutanasia: come può, un elettorato cattolico, sostenere una linea di questo tipo?

Comunque c`è un dato: che stavolta lei non esiterebbe a prendere una strada diversa.

Ripeto, non è tanto importante quello che faccio io, è che ci sarebbe un`emorragia. Sa, la Polverini è simpatica, competente, da tutti riconosciuta come intelligente e forte, come una che farebbe le cose che servono davvero. La sua avversaria ha un profilo anche più forte, più internazionale, più politico, ma è scolpita e determinata da una storia inconciliabile con i valori cattolici.

Lei, personalmente, arriverebbe a votare per la Polverini?

Vediamo quali saranno davvero gli altri candidati, ma potrebbe anche essere: è chiaro che il mio non sarebbe un voto alla destra, sono attratta casomai da politiche di centro. E per questo comincio a credere che se si arrivasse a una scelta chiarificatrice come il sostegno del Pd alla Bonino, si dovrà davvero vedere cosa possa fare il Centro a cui lavorano Casini e Rutelli.
 

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