Intervista a Mario Staderini: "La vera soluzione è un'amnistia mirata"

Dalla Rassegna stampa

Il dramma del Paese non sono i processi di Berlusconi, ma i milioni di italiani senza giustizia, l’amnistia strisciante che ogni anno cancella duecentomila procedimenti. La prescrizione breve è una farsa, una soluzione peggiore del male. Noi abbiamo una proposta diversa ed estrema». Mario Staderini, classe 1973, è segretario di Radicali Italiani da due settimane. Come da tradizione della casa, non si iscrive al partito dei giudici né a quello dei loro detrattori. «Se la discussione è quella fra le due solite fazioni andrà a finire come sempre: non cambierà nulla».


E invece? Lei che propone?

«Bisogna avere il coraggio di spiegare agli italiani la necessità di una grande amnistia legale e selettiva, escludendo solo alcuni reati come quelli di mafia o di allarme sociale».


Il governo Prodi ha fatto una cosa simile. E’ opinione comune che non sia servita.

«Quello fu un indulto: si intervenne sugli effetti della pena, non sui processi. Ad esso poi non seguì nessuna riforma della Giustizia né del sistema carcerario, di cui ci sarebbe bisogno».


Ipotizziamo che la sua proposta faccia proseliti. Il centrodestra chiederà di far rientrare nell’amnistia i processi a carico del premier.

«Se fosse la condizione per restituire agli italiani una giustizia che funzioni, non sarebbe una tragedia».


Insomma, siete disposti ad un esercizio di realpolitik.

«Io la definisco una scelta laica per governare un problema enorme. Vorrei mettere in fila qualche numero. In Italia per ottenere ragione in una causa civile occorre attendere 1.400 giorni. In Francia ne bastano 75. Il 40% dei detenuti in carcere ci sta in conseguenza di reati senza vittime: dallo spaccio al mero consumo di stupefacenti. Circa la metà dei detenuti totali è in custodia cautelare, dunque presunti innocenti».


Dove sta la giustizia per i più deboli in questa proposta?

«Chi gode dell’amnistia dovrebbe pagare un risarcimento alle controparti. Entro tre mesi il giudice, sulla base degli atti a disposizione, stima l’entità dei danni. Facciamo il caso degli azionisti Parmalat: se Tanzi volesse godere dell’amnistia, dovrebbe mettersi le mani in tasca e restituire il maltolto. Con la prescrizione breve non pagherebbe una lira».


Nell’amnistia dovrebbe finire anche il reato di concorso esterno di associazione mafiosa?

«Noi Radicali lo diciamo dai tempi di Sciascia: quel reato è estraneo alla cultura giuridica occidentale».


Andrà al Berlusconi no-day?

«Capisco i buoni propositi del promotori, molti dei quali miei ottimi amici, ma eviterei di trasformare la piazza in una piazzata. Siamo abituati a manifestare per degli obiettivi. In questo caso non ne vedo».


L’obiettivo c’è eccome: far cadere Berlusconi.

«I governi non li si abbatte scendendo per strada, ma con un’alternativa politica».

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