Intervista a Emma Bonino: "Zingaretti mi ha telefonato, io sono pronta"

Dalla Rassegna stampa

Squilla il telefono a metà mattinata: «Emma, sono Zingaretti, quello del mandato esplorativo...». Così il Pd, ieri, ha compiuto un passo verso Emma Bonino, candidata per i radicali alla presidenza della Regione Lazio.

Senatrice Bonino, si può sapere cose le ha detto "l`esploratore"?

«Certo. Mi ha detto che ha fatto il giro dei partiti della coalizione e che non ha trovato ostacoli pregiudiziali sul mio nome, come candidata del centrosinistra, e che avrebbe riferito al segretario per le opportune decisioni».

Beh, mica male. Se non altro il Pd è ufficialmente entrato nell`ordine di idee di valutare l`opzione-Bonino.

«Direi di sì, tant`è che s`è alzato, immancabile, il "fuoco amico". Ma questo è ormai uno sport nazionale nel nostro paese».

Lei cosa ha risposto a Zingaretti?

«Che la mia candidatura rappresenta un`opportunità per uscire da questo marasma e che offre un`alternativa liberale credibile a tutti quegli elettori, di destra o di sinistra, stufi di questo continuo tiro al piccione allo stato di diritto e alla democrazia. Però...».

Però? Anche lei si mette a dettare condizioni?

«No. Ora si tratta di capire se con il Pd può nascere un dialogo a livello nazionale, oppure no. Come dobbiamo comportarci noi radicali nelle altre regioni? In Piemonte, ad esempio. Zingaretti mi ha risposto che sottoporrà la questione a Bersani».

A proposito, Bersani sapeva dell`intenzione dei radicali di presentare liste alle regionali?

«Lo abbiamo detto da subito. Quindi tutti erano ampiamente avvisati. Da settimane stiamo assistendo ad un balletto patetico e apparentemente senza fine. Ora è venuto il momento per il Pd di fare le sue scelte senza più tergiversare».

Quando e perché ha deciso di scendere in campo?

«È stata una scelta maturata lunedì scorso, quando era evidente che lo stato di confusione che regnava da settimane nel Pd non dava segni di miglioramenti. E poiché noi siamo da sempre una forza che unisce invece di dividere (come abbiamo dimostrato al paese con il divorzio, l`aborto, con la giustizia con Tortora, sul finanziamento pubblico, con il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati), anche in questo caso ci rivolgiamo a tutti i cittadini di qualsiasi provenienza che credono e vogliono vivere in uno stato democratico con certezza del diritto, regole, il senso della legge e delle istituzioni».

Casini dice: meglio la Polverini della Bonino. Cosa pensa dell`atteggiamento dell`Udc e della perseveranza dei democratici nell`inseguire questa alleanza?

«La linea scelta dall`Udc di alleanze a geometria variabile è sotto gli occhi di tutti. Comunque, per il Lazio i giochi sono fatti, l`Udc ha deciso - sapessi che sorpresa! - di sostenere la Polverini. Non si capisce quindi a che pro quest`insistenza del Pd».

Non crede che qualche big si sia messo di traverso rispetto ad un`intesa con i radicali per il Lazio?

«Se lo dice lei.... Ma saremmo alle solite: perché nel nostro paese ci deve sempre essere qualcuno che manovra dietro le quinte? Io sono abituata a metterci la faccia quando prendo iniziative, non sarebbe male se altri cominciassero a farlo».

Il caso Marrazzo non sarà un fardello troppo pesante per il centrosinistra in campagna elettorale?

«Credo che gli elettori abbiano abbastanza discernimento per separare le cose».

Cosa faranno i radicali in Liguria?

«Ci sarà una lista Bonino-Pannella da votare anche in Liguria. Per i programmi delle singole Regioni cominceremo a parlarne la settimana prossima. Ma questo mi sento di dire sin d`ora agli elettori: non c`è alternativa possibile senza una classe dirigente che rappresenti, a partire dal proprio vissuto, un`alterità vera nel modo di vivere e di concepire la politica».
 

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