Intervista a Emma Bonino: Sono laica, ma molte mie battaglie sono anche dei cattolici

«Più salute meno sanità. Ripianare il deficit della Regione». Emma Bonino che tocca i temi del governo di prossimità è un inedito. Non che prima non l`avesse mai fatto. Anzi. Ma fino a ieri veniva presa sul serio solo quando parlava di diritti civili, di Europa o di Afghanistan. Problemi possibilmente lontani, da inquadrare col binocolo. In fondo era questo il destino,forse un po` la condanna, dei radicali. «Siamo bravi, ce lo dicono tutti ma non contiamo un cacchio...», s`era sfogato qualche mese fa Marco Pannella parlandone tra amici. Ed ecco che Emma, come la chiamano tutti a Torre Argentina, all`improvviso può cambiare quel destino, sfuggire a quella condanna. Sarà lei a sfidare la Polverini per la presidenza della Regione Lazio. In queste ore stanno arrivando molti consensi intorno al suo nome ed elogi al suo profilo considerato " alto" (ex ministro, missioni Onu, commissario Ue, etc; etc).
Ma cosa risponde a chi obietta che la Bonino conosce meglio l`Afghanistan della Regione Lazio?
«Che la considero una battuta ma non molto azzeccata. Spesso succede che chi "sa" tutto finisce di non "capire" più molto... non ero certo esperta di commercio internazionale eppure credo di essere stata un buon ministro; perché la questione è il metodo e le priorità che uno si dà».
La sua candidatura è piaciuta a molti ma non ha messo d`accordo tutti. Il nodo dei cattolici resta da sciogliere. Cosa dirà per farsi votare anche dai credenti ?
«Che la mia rigorosa laicità non ha mai avuto alcun carattere antireligioso ma, al contrario, mi ha spinto ad impegnarmi per la libertà religiosa in ogni parte del mondo dovunque essa sia conculcata o negata, indipendentemente dalla fede professata. Che le grandi vittorie civili sono state vittorie di "libera scelta e di responsabilità" che hanno unito e appassionato il paese e che non sarebbero mai state vinte senza l`apporto convinto anche dei cattolici nel nostro paese. Che dalla battaglia contro lo sterminio per fame nel mondo, alla attenzione costante verso i più deboli (carcerati , malati) molti cattolici le riconoscono come proprie. I diritti umani e civili per cui tanto mi batto sono grandi problemi sociali. Per questo faccio spesso la differenza tra credenti e clericali».
Pillola abortiva e unioni civili, su questi temi ci sarà battaglia.
«Circa la pillola abortiva c`è una legge dello Stato e va rispettata da tutti, sulle unioni civili credo che anche a destra ci siano molti favorevoli».
Qual è la sua ricetta sulla sicurezza e sull`immigrazione?
«Da mesi assistiamo ad una vera e propria campagna politico-mediatica che sottende una precisa volontà di generare paura e allarme fra i cittadini, magari cavalcando supposte diversità antropologiche, il tutto ispirato al messaggio immigrato criminale, cosa particolarmente evidente nel periodo in cui si è discussa l`introduzione del reato di clandestinità. E` ora di tornare invece a sanzionare comportamenti individuali e non meri status, ed è chiaro che le forze dell`ordine devono avere i mezzi e le risorse per assicurare la sicurezza dei cittadini, entrambi tagliati drasticamente da questo governo che ha invece favorito l`idea strampalata delle ronde. Proprio per voltare pagina in tema di integrazione Ouattara Gassou dei Radicali Italiani e altri 300 immigrati sono in sciopero della fame da prima di Natale per una battaglia sui permessi di soggiorno raramente rilasciati nei termini di legge, come pure sostengo con slancio l`idea di uno sciopero degli immigrati sul modello dell`iniziativa "24 ore senza di noi", lanciata dalle comunità immigrate in Francia. Per cominciare a dire che gli immigrati per l`Italia non sono solo un costo, ma spesso una ricchezza oltre che una necessità. Fenomeno che presenta problemi complessi certamente, che appunto vanno governati. A partire da legalità e stato di diritto, per tutti: italiani e non».
Legalità e stato di diritto. Quali sono le sue priorità?
«Giustizia giusta e legalità sono pilastri dello stato di diritto da riconquistare, dalle procedure nelle nomine negli enti pubblici a quelle per le gare d`appalto dalla riforma della giustizia a quella carceraria. Siamo ormai nel nostro paese in una vera e propria situazione di emergenza. Siamo quelli che hanno lanciato l`anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, quelli che si battono per una giustizia giusta fin dal caso Tortora. Senza un ripristino della legalità ne soffrono tutti i settori del paese, a partire da quello economico».
Se lei non si fosse candidata, la Polverini, donna e sindacalista, l`avrebbe votata?
«Ho rispetto per Renata Polverini, ma ci dividono parecchie questioni di fondo e di prospettiva. Per questo penso che sarà una campagna elettorale civile ma appassionata e appassionante. Non è mia abitudine votare in base al genere o alla professione , ma in base al merito, alla fiducia e alla affidabilità che la candidata ispira, a ciò che propone».
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