Intervista a Emma Bonino: prova di equilibrio i luoghi pubblici

Dalla Rassegna stampa

Si tratta di una sentenza che per la vice-presidente del Senato Emma Bonino, radicale eletta nelle liste del Pd, rappresenta un punto di grande equilibrio. Che prende spunto da una laicità seria e - secondo la Bonino - non dovrebbe offendere la sensibilità religiosa dei credenti.

Che ne pensa delle decisione della Corte europea?

«Non ci vedo né scandalo, né particolare furore laicista. Piuttosto in questa sentenza leggo una semplice conferma del fatto che i luoghi pubblici devono essere davvero di tutti: dei credenti, dei non credenti, dei diversamente credenti».

È una sentenza che può rappresentare un punto di svolta nella storia del nostro Paese. Non crede?

«Sì e già vedo un’alzata di scudi per me immotivata contro quella che viene definita da molti una deriva laicista».

Lei invece di cosa preferirebbe parlare?

«Parlerei di una laicità seria, sempre di più patrimonio culturale dell’Europa, grazie alla quale si è arrivati ad un punto di grande equilibrio, che non pregiudica affatto l’esercizio della religione in altre sedi. D’altro canto, sono convinta che sarebbe molto meglio se i crocifissi albergassero nei cuori e nei comportamenti delle persone credenti: ce ne sarebbe un gran bisogno».

Chi la pensa diversamente da lei intravede nella sentenza della Corte di Strasburgo una pericolosa minaccia contro il crocifisso inteso come simbolo dell’identità europea. Lei come replica?

«Bisogna vedere bene quale idea si ha dell’Europa. Io, da spinelliana, riconosco una precisa identità storica all’Europa: vale a dire, un’insieme di popoli che credono nella democrazia liberale, nello stato di diritto, nella risoluzione pacifica dei conflitti».

E non riconosce dunque alcuna identità religiosa?

«No. In ogni caso mi chiederei: quale identità? Quella dei cristiani delle Crociate? Mi sembra un’identità non proprio presentabile. D’altronde, in tanti si sono interrogati su questa materia quando ci si è confrontati per l’estensione della Costituzione europea. E la maggioranza delle nazioni hanno dichiarato di non essere d’accordo sul porre questo principio a fondamento dell’unione dei popoli. Insomma, ribadisco: non si può parlare di deriva laicista».

 

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