Intervista a Emma Bonino: E ora Emma sfida Bersani "alleati contro la Polverini"

Dalla Rassegna stampa

Emma Bonino nel Lazio. Oliviero Toscani in Toscana. Gli altri candidati si sapranno fra qualche giorno. Il Partito Radicale scende in campo in vista delle regionali. Da solo, o con chi ci starà. Lo annunciano in una conferenza stampa i maggiorenti del partito, il padre fondatore Pannella e il segretario Staderini, Cappato e Stanzani. Nonché Bonino, la candidata che fa più scalpore perché nel Lazio piomba in mezzo a una situazione incandescente per il Pd, in alto mare non meno che in Puglia.
Avete deciso di giocare d’anticipo, spiazzando quello che sarebbe il vostro alleato? «Veramente che ci sarebbero state liste Bonino-Pannella in tutta Italia lo abbiamo deciso un mese fa. E abbiamo anche cominciato a raccogliere le pre-firme. Abbiamo lanciato una proposta ai Verdi che non si sono uniti, a Sinistra e Libertà e ai socialisti, per fare una coalizione. Ma la risposta non è stata delle più entusiasmanti». E il Pd? «Il Pd conosceva perfettamente le nostre intenzioni, ma in tutte queste settimane non abbiamo avuto neanche un cenno. Niente di niente. Siccome non sono Alice nel Paese delle meraviglie, leggo sui giornali che sono impegnati in altro. E anche impelagati in situazioni un po’ patetiche». «Così abbiamo confermato le nostre decisioni. E dovendo peraltro raccogliere le firme - legalmente - abbiamo cominciato a chiudere le liste, visto che le firme per legge si raccolgono appunto sulle liste, anche se gli altri se ne fregano».
Liste chiuse, dunque. E il Pd? «Quasi chiuse. Anche il Pd non è Alice, e se aveva qualche interesse...». Potrebbero convergere. «Per loro sarebbe una bella occasione: sarebbe un gesto di coraggio per uscire dal pantano». Qualcuno lo diceva. (Bonino ride di cuore). Va beh, non erano i capi a dirlo. «Anche il silenzio parla, a volte». Si potrebbe ancora fare? «Si può ancora fare una coalizione. Ma finora non ce l’hanno chiesto, né offerto, né discusso. Niente». Sarebbe una bella sfida, con la Polverini. «Anche lei la vedo abbastanza vittima del fuoco amico, che evidentemente è uno sport nazionale, non alberga solo a sinistra. Nelle nostre diversità potremmo dare il segnale di una politica diversa ma rispettosa». Una dell’altra. «Certo. Io la conosco, la stimo anche. Sebbene abbiamo molte idee diverse, specie sulla laicità». Polverini ha già proposto il quoziente familiare, caro all’Udc. «Quello certo non mi appartiene». Programmi? «Col rispetto delle regole a livello regionale il sistema degli appalti non funzionerebbe più come oggi, per esempio nella sanità». Di sanità parlano tutti. «Ma è come con la giustizia, ne parlano tutti ma poi ci si ferma lì. Mentre col rispetto delle regole, la trasparenza, le candidature a rosa di merito, forse cambierebbe davvero qualcosa».
Il vostro 2,2%, 5% nelle città, secondo i sondaggi, toglierà voti al centrosinistra. «Un po’ sono fatti loro. E poi, secondo l’analisi del voto sulle europee, che hanno fatto loro, a pari merito li togliamo a destra e sinistra. Dopo di che, a ballare il tango bisogna essere in due. Ma se una ha la passione del ballo e il ballerino non c’è, balla da sola, non si dà all’ippica. Che poi ballare da sola non sarebbe una novità». Se non altro introduce movimento in un panorama incerto, in Lazio come in Puglia, Campania, Calabria. «E vogliamo dire dell’Umbria? Non se può davvero più».

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