Intervista a Emma Bonino: nessuno scandalo, la laicità è inclusiva

Dalla Rassegna stampa

Emma Bonino, vicepresidente del Senato, storica leader radicale, da sempre sostiene la necessità di togliere i simboli religiosi dai luoghi pubblici.

Si torna su un tema già affrontato sei anni fa e che suscitò una forte emozione nel paese.

Non c’è nessuno scandalo, nessun furore laicista che ispira la sentenza della Corte europea di Strasburgo. C’è solo la semplice conferma che i luoghi pubblici sono di tutti, sia dei credenti cattolici, sia dei non credenti, che dei credenti di altre religioni. Noi lo sosteniamo da sempre e io personalmente non trovo la cosa sorprendente.

Ma un laico come l’allora presidente della Repubblica Ciampi, commentando la sentenza del tribunale dell’Aquila, definì il crocifisso «simbolo dei nostri valori ».
Ho il massimo rispetto per il presidente Ciampi, ma credo che il tema vada oltre e, in ogni caso, anche buon parte dei cattolici credo abbiano molte difficoltà a difendere il crocifisso e tutto ciò che rappresenta declassandolo a un elemento di identità culturale.

Ci risiamo: di nuovo lo scontro tra laici e cattolici sui simboli, la storia non finirà mai.

La laicità è inclusiva e rispetta tutti, e i luoghi pubblici sono tali proprio perché tutti vi si riconoscono, in particolare la scuola. Eppoi non vedo proprio il tema identitario quando le radici cristiane sia italiane che europee non sono state definite. Furono alcuni ambienti cattolici, quando il tema si sviluppò in sede di costituzione europea, che invitarono a spostare lo sguardo dalle radici ai frutti. Inoltre, se si guarda solo alle radici, la storia della cristianità non è sempre buonissima.

Il governo ha annunciato ricorso, come fece contro il Tar per la sentenza sull’ora di religione: un atteggiamento che contribuirà ad acuire il dibattito, che già si annuncia aspro?

Sollecito il governo a riflettere sul fatto che la sentenza della Corte non va vista come scandalo o una mossa violenta di correnti laiciste, ma con calma e con serenità di giudizio. Non vanno fatte barricate.
 

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