Intervista a Emma Bonino: "Il mio annuncio li ha agitati ma per loro sono un'opportunità"

Dalla Rassegna stampa

«Sa, io poi alla fine sono una che non ha paura di metterci la faccia...». La conoscete: bella faccia di chi fa politica con i radicali dal 1976 senza aver mai avuto la tentazione di cambiare strada. Emma Bonino, 62 anni, vicepresidente del Senato. Una storia importante. Una donna forte, il fisico esile che sembra star su nel fil di ferro, un’eleganza sobria. L’abitudine di guardarti diritto negli occhi. «Sì, ho capito che dopo l’annuncio della mia candidatura quelli del Pd si sono agitati un po’...». Anche molto ironica, se vuole.

Ora entra in scena. Il magnifico compagno di mille battaglie, Marco Pannella, capelli bianchi come la criniera d’un leone, apre il sipario per l’ennesima volta: lei sorride, misura le parole, ma nei palazzi della politica tutti sanno che per la candidata del Pdl nel Lazio, Renata Polverini, la faccenda adesso si è complicata parecchio.

«Siamo amiche, io e Renata... però nelle ultime ore no, non ci siamo sentite. Renata è una persona che stimo... poi sì, certo, lo so... dovrà stare attenta non solo a me, ma pure al fuoco amico».

Conferenza stampa, fotografi, la macchina elettorale radicale che comincia a rombare. Lei subito una riunione organizzativa dietro l’altra. Militanti eccitati. «Emma senti qua...». «Emma, scusa, ti sta cercando...». Un pomeriggio che vola, luci al neon, fuori piove sui sampietrini di via di Torre Argentina. Telefonate. Tante, però non ancora quella di Zingaretti.

«Che ore sono?». Le 20. «Fino a quest’ora non mi ha ancora chiamata. Aspetto, vediamo, sono curiosa. Anche se...». Anche se? «Io credo che al Pd converrebbe convergere sul mio nome. In fondo, per come sono messi, io rappresento una notevole opportunità». Ma anche una sconfitta, se non riescono a trovare un loro candidato. «Però, finora, non sono riusciti a trovarlo. Anzi, mi sembra si siano infilati in un patetico dibattito interno...». In ogni caso siete stati rapidi, astuti. «In che senso?». Nel senso che vi siete infilati in uno spazio politico che stava lì, libero. «Mah... Cosa devo dirle? Il Pd è lentamente sparito. E a fare passi indietro cominciò Franceschini, alla vigilia delle Europee, quando andò in tivù a dire che tra noi e loro, dopo l’accordo delle Politiche, c’era stata una separazione consensuale... un concetto piuttosto bizzarro, visto che non ci eravamo mai parlati». Poi, con Bersani? «Con lui credevo ci sarebbe stato un rapporto diverso, venne anche al nostro congresso... che devo dirle? Mi sono sbagliata. In politica capita, no?».
Laureata in Lingue e Letteratura Moderna alla Bocconi di Milano, professore emerito all’università Americana del Cairo, è nata a Bra (Cuneo), il 9 marzo: segno dei Pesci. Personalità affascinante, magnetica, con una punta di timidezza. Che, naturalmente, si scioglie subito, nel 1976, quando viene eletta per la prima volta alla Camera. Cominciano stagioni di battaglie politiche e civili memorabili: con arresti, ostruzionismo parlamentare, scioperi della fame, barricate mediatiche, le tribune politiche con il bavaglio.

Una donna coerente, leale, rispettata anche dagli avversari. L’idea grande che la politica si faccia senza essere telecomandati. Una volta disse: «Vedo troppi politici andare Oltretevere a baciare la pantofola al Papa». Poi dal Papa però andò anche lei, in visita, con Pannella. Nel 1986. «Fu durante un’udienza — ha spiegato — per la campagna contro lo sterminio per fame nel mondo. Presentai Marco a Giovanni Paolo II. Ma Wojtyla disse: "Guardi, Pannella, che io la conosco... la sento su Radio Radicale ».

Adesso dovremo ricominciare a sentirla più spesso anche tutti noi cronisti. Molte mosse elettorali, come sempre, partiranno da quei microfoni. «Sarà una bella sfida. Ci pensa? Due donne che si confrontano per un incarico importante». Dopo Marrazzo... «Dopo Marrazzo».

Le stanno già preparando il solito pazzesco tour regionale. Rieti, Viterbo, Latina, Frosinone. Avanti e indietro, migliaia di chilometri che spaventerebbero chiunque. Ma non lei. Che, negli anni, non ha esitato a stare dove serviva: Ruanda, Somalia, Kurdistan, Afghanistan, Kosovo, Sierra Leone.

Una donna così è una donna che, qualcuno, tempo fa, immaginò potesse diventare Presidente della Repubblica. «Per ora, però, cercherò di diventare Presidente della Regione Lazio... Non cominciamo a confondere gli elettori, eh?».

© 2010 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK