Intervista a Emilio Matricciani: "È una forzatura, i giudici la bocceranno"

Emilio Matricciani, docente del Politecnico presso il dipartimento di Elettronica è stato tra i più convinti promotori del ricorso contro la decisione del rettore di estendere l’inglese a tutti i corsi di laurea magistrale.
Di fatto l’ateneo sta proseguendo nella direzione dell’internazionalizzazione, lei che ne pensa?
«Mi sembra di capire che la sentenza del Tar non venga considerata. Ma sono sicuro che il pronunciamento dell’appello tornerà a darci ragione e allora le cose dovranno cambiare».
Il consiglio di Stato al momento però ha chiesto solo dei chiarimenti.
«L’ordinanza è interessante perché hanno chiesto una relazione a firma del rettore e del ministro oltre a un elenco completo degli insegnamenti nelle lauree magistrali e dei corsi di dottorato dove già si fanno lezioni in lingua, per capire dove è solo in inglese e dove no. Noi stiamo facendo un’indagine analoga sull’anno scorso, su questo e sul prossimo. I giudici hanno chiesto tutti i dettagli, una lunga lista... ».
Non pensa che ormai la battaglia è persa?
«Io sono un ingegnere, non un avvocato. Ma una domanda me la pongo: in Italia, dove ci sono giudici che guardano tante cose, è mai possibile che nessuno provi a capire se si va contro la Costituzione? Non c’è un giudice che guardi questa cosa d’ufficio? Noi ci siamo rivolti alla giustizia amministrativa, ma ci sono anche risvolti penali».
Ma perché ce l’avete tanto con l’inglese?
«Non siamo contro l’inglese, ma contro l’idea di chi vuole imporre un’anglicizzazione forzata in un settore importante come la cultura e soprattutto l’insegnamento. È qualcosa che va contro il nostro Paese, noi siamo italiani perché parliamo italiano».
In molti pensano che sia un processo ineluttabile.
«Certo, ma sono loro che portano avanti questa iniziativa a pensarla così. Il mondo in realtà sta andando in un’altra direzione, verso il multilinguismo. Siamo in Europa ma siamo italiani e dobbiamo mantenere la nostra identità».
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