Intervista ad Enzo Carra: "Temo una deriva radicale, ma non di massa"

Non si fa «illusioni proprio per evitare nuove delusioni». Di fronte alla candidatura della radicale Emma Bonino per la corsa alla Regione Lazio, l`atteggiamento di Enzo Carra, deputato teodem del Partito democratico, è, come ammette lui stesso alla Discussione, «prudente», ma di certo non molto ottimistico.
Onorevole, secondo la vicepresidente del Senato parlamentari come lei o la Binetti soffrono di una certa sovra-esposizione. Oltre a non rappresentare tutti i cattolici. Cosa risponde?
Rimettiamo le cose al loro posto: casomai sono i Radicali a godere, da alcuni decenni, di una certa sovra-esposizione. In ogni caso non ho alcuna intenzione di rispondere ad Emma Bonino sia perché non voglio darle un via libera ulteriore, sia perché è, appunto, per quanto mi sembri un`idea pessima, candidata dal Pd. Mi limito soltanto a respingere l`accusa di non rappresentare tutto il mondo cattolico: io rappresento unicamente me stesso.
Cosa si aspetta dal vertice odierno con il Partito democratico?
Niente. Non mi faccio illusioni per non avere altre delusioni. Dico soltanto che se Emma Bonino, per la quale nutro simpatia, dovesse rappresentare simbolicamente il Pd sarebbe la dimostrazione di quanto io stesso avevo dichiarato mesi fa, prima dell`elezione di Bersani alla segreteria.
Cioè?
Allora dissi che se avesse vinto Bersani il Pd sarebbe diventato un partito radicale di massa. Di fronte alla situazione attuale, invece, devo correggere un po` il tiro e affermare che il partito sta imboccando la strada che lo porterà solo al radicalismo.
I Radicali sono stati abili nel proporre subito un nome spendibile per la corsa a governatore del Lazio, ma è pur vero che nel suo partito non si è riusciti a fare altrettanto...
Non c`è stata autorevolezza da parte della segreteria politica che ha pensato di poter ragionare con calma nei mesi successivi al Congresso e non, invece, come era più opportuno, all`indomani dell`appuntamento. Allora bisognava imporre a Nicola Zingaretti di presentarsi come candidato del partito alle Regionali del Lazio.
Ne fa una questione di tempi, quindi?
Di tempi e di credibilità politica.
Troppo tardi per rimediare?
Immagino che a questo punto sarà difficile cambiare rotta e uscire da questa candidatura che, a mio avviso, andava evitata. E non per la Bonino, ma perché si tratta di una candidatura perdente.
Quali scenari intravede per se stesso?
Io sono una persona prudente: aspetto il vertice odierno.
E per il Partito democratico? Quanto i risultati di questa tornata elettorale, nel Lazio come nelle altre Regioni in cui si vota, peseranno sui vertici del Partito democratico?
Un cattivo risultato alle Regionali, probabilmente, avrà un suo peso sul futuro del partito. Ma, personalmente, non è quello che mi auguro. Ritengo, infatti, che le cose vadano chiarite prima. E già evidente adesso che Bersani ed il gruppo dirigente del Pd hanno una responsabilità gravissima perché fino ad oggi non sono stati in grado di avanzare proposte. Ciò che, invece, non si deve fare è scommettere su una sconfitta alle elezioni: sono cose da infingardi. Un modo di ragionare da prima Repubblica. Senza contare, infine, che pensare solo alle sconfitte per fare dei cambiamenti è tipico di gruppi dirigenti chiusi. In poche parole, secondo me, si tratta di comportamenti sbagliati.
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