Articolo di Giovanna Vitale pubblicato su La Repubblica - ed. Roma, il 11/01/10
Il tempo stringe sotto il cielo del Pd. Spiazzato dal naufragio dell´intesa con l´Udc, dalla mossa a sorpresa di Emma Bonino e dai distinguo degli alleati, il partito deve ora affrontare un percorso di guerra per risolvere, nel giro di qualche giorno, i rebus primarie e candidato governatore.
Segretario Alessandro Mazzoli, avete quindi deciso chi sarà a sfidare la Polverini?
«Domani, martedì, si riunisce la direzione regionale del Pd e io proporrò al partito di sostenere Emma Bonino come candidata del centrosinistra alla regione Lazio».
Candidata del centrosinistra o del Pd?
«Anche del Pd, certo».
Quindi niente rosa di nomi, come chiede la minoranza del Pd, e soprattutto niente primarie?
«Intanto si tratta di primarie di coalizione che, in quanto tali, devono essere sottoposte al vaglio degli alleati. È una nostra proposta da sempre, ma finora non abbiamo avuto un consenso larghissimo: partiti come Idv e Socialisti si sono detti contrari fin dall´inizio. La stessa Bonino non mi pare disponibile».
A proposito di alleati: la accusano di averli sacrificati sull´altare di un´intesa con l´Udc, che poi è andata dall´altra parte.
«Le cose non stanno così. Io ho perseguito con convinzione l´obbiettivo di allargare la coalizione, confrontandomi da un lato con le forze che compongono l´attuale maggioranza regionale, dall´altro con i centristi».
Finché poi l´accordo in Puglia non ha fatto saltare l´alleanza nel Lazio.
«Un´altra falsità. Il Pd non ha mai posto in alternativa le regioni. E stata l´Udc a fare le sue scelte in base ad equilibri nazionali. E comunque cinque anni fa il centrosinistra vinse senza l´Udc».
In due mesi di trattativa non siete stati neppure capaci di proporre un vostro candidato.
«Non è vero, noi abbiamo prodotto un´iniziativa coerente con quell´intesa larga che intendevamo costruire: prima di Natale c´è stata una manifestazione di disponibilità da parte di Nicola Zingaretti, che si è poi assunto l´onere dell´incarico esplorativo».
Lei si è sentito "commissariato"? I suoi detrattori l´hanno accusata di indecisionismo, di subalternità a logiche nazionali.
«Assolutamente no, l´incarico a Nicola è stato chiesto da Bersani e da me, insieme. Serviva una figura terza, autorevole e forte, che andasse a verificare se ci fossero ancora le condizioni per un´alleanza con l´Udc».
Intanto nel centrosinistra il malumore è forte, c´è il rischio di ulteriori defezioni.
«Confido che si ritroverà l´unità, ma serve responsabilità e volontà da parte di tutti. Faccio un appello agli alleati: si eviti di scaricare sul centrosinistra del Lazio questioni e rivendicazioni che appartengono a un altro livello della discussione politica».
E come la mettiamo con i cattolici contrari alla Bonino?
«Da Marini in giù, questa candidatura è stata elogiata da tanti illustri esponenti di quel mondo. Io ritengo che gli elettori sceglieranno non in base al vecchio schema laici-cattolici, ma sul progetto che intorno alla Bonino - eletta al Senato nelle liste del Pd - sapremo mettere in campo per il governo della regione».
Quando comincia la campagna elettorale?
«Speriamo alla fine di questa settimana: anche le primarie, se si faranno, saranno per noi campagna elettorale».
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