Intellettuali per l'Egitto laico

“A mio parere, i Fratelli Mussulmani usano l'Islam per fini politici. Personalmente, come musulmano egiziano, come prima cosa, dico 'no' ad uno stato religioso”. Parola di Wahid Hamed, sceneggiatore egiziano di chiara fama, molto noto anche all'estero ed esponente di punta di quell'intellighentsija culturale alto borghese che da anni sogna il ritorno dell'Egitto tra le nazioni civili. Sono state pronunciate lo scorso 5 giugno in un'intervista mandata in onda da "al Hayat tv", l'emittente satellitare più nota in Egitto e la cui proprietà detiene anche l'azionariato dell'omonimo giornale. Hamed paragona i Fratelli Musulmani al precedente regime dittatoriale di Hosni Mubarak e fa capire che se loro vincessero alle elezioni si cadrebbe dalla padella nella brace. Prima che "Memri" la rendesse pubblica, di questa intervista nessuno in Europa aveva sentito parlare. Eppure l'uomo, noto in Egitto almeno quanto lo fu il compianto regista Youssef Chahine, ha molta presa sui giovani e le sue posizioni possono rappresentare la risposta più forte alla degenerazione islamista in atto. E questo anche in vista delle riunioni laiche indette a piazza Tahrir nei giorni scorsi e programmate anche per quelli futuri.
Particolarmente dura la risposta di Hamed all'intervistatore che gli contestava il fatto che i "Fratelli Musulmani hanno detto di essere anche loro contrari a uno stato religioso": "non gli dovete credere". Come si vede qui i toni non sono possibilisti e sfumati come nelle analisi di riviste come "Limes" che invece propagandano il cambio di rotta dell'organizzazione islamista.
E quando poi l'intervistatore gli chiede se in Egitto non sia possibile "il modello turco", la risposta è ancora più netta: "il modello turco non può essere applicato in Egitto". Allora l'intervistatore lo incalza: "e perché no?". Risposta: "glielo spiego subito: il partito islamico che governa in Turchia ha portato ad una grande rinascita, ma, in Turchia, l'esercito protegge il carattere laico del paese. In Turchia ci sono dei night club... Ci sono donne che portano il niqab ed anche donne che portano il bikini. La libertà viene garantita a tutti, a quelli che pregano ed a quelli che si ubriacano. Qui non succede". Nessuno oserà adesso dire che Wahid Hamed è un estremista dell'occidente crociato. Solo una fonte diretta. Qualcuno lo spieghi, quindi, ai possibilisti verso i Fratelli Musulmani: da Lucio Caracciolo a Sabrina Gasparrini, corrispondente locale di Radio Radicale, la lista è lunga.
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