Int. a V. Rossi - Vasco Rossi: a sorpresa l'inedito "Noi siamo i soliti", i referendum e l'Arcitossico

Dalla Rassegna stampa

L'una passata di notte. Vasco Rossi sprizza adrenalina dopo il debutto galvanizzante del «Kom011 Tour» ad Ancona, durante il quale ha detto (tra le tante): «Non ho mai visto un pubblico che voglia tanto bene al suo artista». In camerino, il Vate accoglie la truppa insonnolita di critici e giornalisti con ascolti inattesi di inediti, che poi sfuma all'improvviso come a non voler scoprire le carte. C'è una gradevole canzone che ribatte sul tema dell'identità, sembra il seguito di Siamo solo noi: «Noi siamo quelli delle grandi illusioni/ siamo quelli delle pericolose abitudini...», s'intitola Noi siamo i soliti. Ce n'è una seconda intrigante davvero, scritta pensando alla Mannoia che da tanto gli chiede un pezzo, e lui la canta con la registrazione del pc, facendo la voce femminile, con gli occhi verdi che sorridono ironici. Altrettanto gradevole una terza: Ma adesso basta eh... e spegne il computer, pronto a una chiacchierata informale quanto sulfurea.
Quando potremo ascoltare tutte queste nuove canzoni, Vasco?
«La prima l'ho scritta a Los Angeles, appena finito il disco, ma non ci stava più; la canterò a settembre in concerto. Esce con un documentario su Vasco e Zocca, il mio paese: spero che lo si possa presentare al Festival di Venezia. Per la seconda aspetto notizie dalla Mannoia, gliela ho mandata. È un periodo fertile, mi escono pezzi a raffica, magari poi è tutto finito».

Lei dal palco ha fatto un lungo discorso sulla libertà: anzi, una specie di sermone...
«È il bene più prezioso, 60 anni fa sono morti in milioni per difenderla, ma nessun governo te la garantisce. Anzi, la sacrificano per il nostro bene: guardi il caso dell'imposizione del casco per la moto; e guardi il proibizionismo sulla droga: chi lo difende, finisce per difendere le mafie».

È un tema che le è caro, l'antiproibizionismo.
«Guardi, vorrei fondare l'Arcitossico, un'associazione che difenda i minimi diritti umani del tossico. Lo sa che il fermo di polizia è stato allungato da 24 a 48 ore, durante le quali non puoi chiamare né l'avvocato né la mamma, come ho detto in concerto? Il drogato è visto male, eppure è calmo: non c'è uno più calmo di lui. Come presidente dell'Arcitossico, pensavo a Capezzone: così si potrebbe riscattare, per il suo passaggio dal Partito Radicale al ruolo attuale».

Voterà ai referendum?
«Non voto da tanto tempo. Non andrò, sono in tour. Però direi un sì per l'acqua, e in quanto al legittimo impedimento, Berlusconi, parliamoci chiaro, è entrato in politica per salvarsi. Il nucleare? Ma se non le facciamo noi, ce le hanno qui vicino in Francia, le centrali».

Lei ha sostituito in concerto, in «Delusa», il nome di Boncompagni con quello di Berlusconi.
«Può fare quello che vuole, ma deve rispettare la carica istituzionale».

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