Int. a T. Maiolo - Anche Tiziana Maiolo aderisce: «Finalmente sento parlare di politica e di diritti civili»

Dalla Rassegna stampa

Nessuna scelta è indolore ma Tiziana Maiolo, ogni qualvolta ha deciso di voltare pagina, non l'ha mai fatto per ripicca o per istinto, ma attraverso una riflessione attenta. «Su Futuro e libertà ho ragionato per mesi - dice - e ho capito che li è la mia collocazione». Ieri ha incontrato Gianfranco Fini a Milano, confermandogli l'adesione: «Gli ho spiegato qual è la cosa che mi interessa di più...».
 
Partiamo da questa affermazione. Che cosa le interessa di più?
Riprendere a far politica, perché nel Pdl è difficile, quasi impossibile. Mi va bene tutto, anche attaccare i manifesti. Mi piace stare in un movimento attivo, che abbia la voglia di darsi da fare, di scendere tra la gente, di parlare con le persone sul tramo al supermercato. Tutto quello, in sostanza, che nel Popolo della libertà non avviene più.
 
E sul piano dei contenuti?
Mi interessa un'area politica che sia attenta ai diritti civili. Ho detto a Fini che mi avevano molto colpito le cose che aveva affermato sulla procreazione assistita, sugli omosessuali e sugli immigrati. Del resto, queste tesi fanno parte del mio dna. Poi c'è la legalità, punto fermo tra diritti e garantismo.
 
La sua è soprattutto una richiesta di trasparenza...
Non voglio entrare nel merito delle inchieste giudiziarie, però desidero stare in un partito ed essere sicura che sia formato da persone perbene. Quando vedo troppe attenzioni da parte della magistratura mi viene il dubbio che qualche problema ci sia... bisogna scegliere bene militanti, dirigenti e candidati, formare una classe dirigente con persone capaci, libere da qualsiasi ombra.
 
Che cosa intende "trasferire" in Fli?
Ho un grande consenso a Milano, specie da quando ho fatto l'assessore. Cerco di portare il mio patrimonio di consensi e la mia esperienza sul territorio. Ricordo che attualmente sono assessore a Buccinasco, una cittadina lombarda di trentamila abitanti e consigliere comunale a Rozzano, sempre nell'hinterland milanese. Mi darò da fare per costruire circoli e movimenti.
 
Lei è stata uno dei personaggi di spicco che aderirono a Forza Italia, nel momento in cui fu fondata. Che differenza c'è tra lo spirito del '94 e quello del Pdl di oggi?
Una differenza enorme. Nel '94 c'era un entusiasmo indescrivibile, avevamo una voglia di fare incredibile. Il Pdl è tutt'altra cosa, è un "non-partito" immobile, carta impecorita. Penso che Berlusconi non sappia neppure quello che succede a livello locale, con i dirigenti che non sono movimentisti, non sanno prendere iniziative.
 
Descrive una situazione delicatissima...
È un po' ovunque così. Ma in Lombardia le conseguenze sono più pesanti perché qui abbiamo una grossa competizione con la Lega. Alla fine, il Pdl sceglie di adagiarsi sulle tesi del Carroccio, urla allo stesso modo senza tentare un ragionamento e finisce per diventare una copia sbiadita dell'originale. Ma i voti, poi, li prende l'originale.
 
Eppure a Milano c'è stato un arroccamento. Non a caso lei ha "divorziato" da Letizia Moratti.
Quando ho rotto con la Moratti sono tutti spariti. Non so nemmeno il motivo per cui i nostri rapporti siano stati cancellati. Forse lei sentiva un po' di competizione nei miei riguardi perché qui sono molto popolare, sono molto presente sui giornali, prendo parecchi voti. Ecco, sospetto che sia stato tutto ciò a darle fastidio. Sì, avevo qualche motivo di dissenso sulle sue scelte di sindaco, ma ho sempre votato a suo favore per motivi di disciplina.
 
Torniamo a Milano e a Futuro e libertà...
Milano è una piazza difficile. Non dimentichiamo che è la città di Berlusconi e della Lega. Ma, aggiungo io, è stata a lungo anche la città del socialismo. Guardo con molto interesse alla componente di Chiara Moroni e Della Vedova, spero che con l'area laica facciamo breccia nell'opinione pubblica. -E La sua storia politica è stuzzicante. Lei ha sempre fatto scelte particolari, mai scontate. Posso dire a testa alta che non ho mai avuto padroni, ho sempre detto e fatto quello che volevo. Sono consapevole che, proprio per aver aderito a Futuro e libertà, sarò attaccata... Diranno che la mia è una scelta strana perché ho vissuto a lungo a sinistra. Ma questo avvenne più di vent'anni fa e con la sinistra ci fu una rottura dolorosa. Buttai via persino l'agendina del telefono, non mi salutavano più per strada...
E adesso?
Spero che i berlusconiani non siano così. Del resto, quello col Pdl non è un contrasto pesante come l'altro. Allora ruppi con la sinistra in Parlamento, restai per un anno nel gruppo misto e poi, insieme ai radicali, aprii il dialogo con Berlusconi. Ma questa è un'altra storia.

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