Int. a S. Viale - "Il governo frena la vendita e le italiane si arrangiano"

Silvio Viale, l'Italia è uno dei pochi Paesi al mondo dove la Ru486 ancora non è distribuita. Nemmeno il via libera dell'Aifa è bastato a garantire la somministrazione negli ospedali come si era stabilito lo scorso dicembre. In internet però si trova senza alcuna difficoltà.
«Quanto tempo ha impiegato ad arrivare a casa?».
Una settimana un tipo e tredici giorni un altro.
«Allora è nei tempi per effettuare l'interruzione di gravidanza. Che posso dire? Non mi stupisce affatto. Quello che mi meraviglia è che non si comprenda il danno causato alle donne nel ritardare oltre misura l'introduzione nel sistema sanitario. A maggior ragione se qualcuno è preoccupato per gli effetti della Ru486 dovrebbe garantirne la somministrazione nell'ambito della legge 194 invece di far perdurare questa situazione di blocco totale».
Da dicembre infatti anche gli ospedali che avevano avviato le sperimentazioni hanno sospeso tutto.
«Sulla Gazzetta Ufficiale del 9 dicembre è stata pubblicata l'autorizzazione e la decorrenza dell'efficacia partiva dal giorno successivo. Da allora la Ru486 è presente nel prontuario farmaceutico italiano ma solo sulla carta. E' una contraddizione e una presa in giro che danneggia soltanto le donne».
Nel frattempo le donne a chi si sono rivolte?
«Ne conosco tante del nord che sono andate in Francia o in Svizzera. Quasi un terzo degli aborti eseguiti nel Canton Ticino viene richiesto da donne italiane. Gli acquisti in rete sono più sporadici ma possono capitare fra le donne che vivono lontano dal confine».
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