Int. a S. Turco - Il “mediano” Fini e la lunga traversata del deserto

Fondato o velleitario l'obiettivo di rifondare il centrodestra su basi nuove?
«Fini ha un'idea di destra moderna e laica che non c'è mai stata in Italia. La destra del Movimento Sociale o di An si è sempre mossa ai limiti dell'arco costituzionale, un po' come la Lega di oggi. Poi è arrivato Berlusconi, che destra non è. Se il progetto politico è fondato, è forse velleitario dal punto di vista delle forze su cui cammina. Futuro e Libertà non ha mezzi né sufficiente personale politico, e questo è un limite. Lo abbiamo visto alle amministrative».
«Ha sbagliato i tempi della sfiducia (il fatidico 14 dicembre, ndr) perché si è fatto prendere dal morbo tipico della sinistra, quella che pensa ogni volta che il Cavaliere si possa buttare giù sulla scia degli scandali giudiziari. Sulla fine del berlusconismo invece ha avuto ragione».
E le frequentazioni?
«Sicuramente negli anni il suo ambiente è cambiato, è passato dal frequentare i camerati a una moglie più giovane e mondana. In generale, Fini è sempre stato una persona che tende a fidarsi e in questo talvolta ha peccato di ingenuità. Su alcuni valori come la laicità, però, l'ambiente non c'entra. Il giorno del Family Day confidò agli amici: "Preferirei andare da Pannella"».
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