Int. a I. La Russa - "Capita di avere infiltrati a fianco"

Dalla Rassegna stampa

«Mi stupiscono le dichiarazioni di Gino Strada, soprattutto alla luce delle ultime notizie che vengono dall’Afghanistan». Il ministro delle Difesa Ignazio La Russa consiglia al fondatore di Emergency maggiore prudenza, di non considerare innocenti in modo aprioristico gli italiani arrestati all’ospedale di Lashkar Gah. «Così come non è possibile considerarli colpevoli. Strada dovrebbe evitare di accusare il governo afghano, di gridare al complotto della Nato e di tirare dentro il governo italiano che non è stato informato di questa operazione. Sarebbe più saggio se, in attesa di sapere come sono andate le cose perché non ha conoscenza del caso specifico, prendesse intanto le distanza dai suoi collaboratori. Può sempre succedere di avere accanto, inconsapevolmente, degli infiltrati. Nel passato è accaduto tante volte. E’ successo al Pci con le Br e al Msi con i Nar».

Strada sostiene che sia un rapimento per togliere di mezzo Emergency e i testimoni che denunciano la corruzione del governo afghano e le stragi dei civili commesse dalle truppe Isaf.
«Se il governo afghano avesse voluto chiudere gli ospedali di Emergency avrebbe potuto trovare altre scuse, anche una banale questione amministrativa. Non avrebbero arrestato tutte quelle persone. Di fronte ai sospetti, confermati dalle armi trovate all’interno dell’ospedale, le autorità di polizia non potevano aspettare che si compisse l’attentato».

Le presunte confessioni degli italiani possono essere state estorte?
«L’ambasciatore italiano li ha incontrati in carcere e ha detto di averli trovati in buone condizioni di salute. Devo desumere che non siano stati né picchiati né torturati. Poi la storia del complotto non sta in piedi. Se le autorità afghane avessero fatto un imbroglio contro Emergency ci saremmo arrabbiati, anche se l’orientamento politico di Emergency è noto a tutti. Quanti esponenti di sinistra abbiamo salvato negli scenari di guerra? Ora la cosa più importante è garantire agli italiani il diritto alla difesa. Se venisse accertato che sono colpevoli, non potrebbero essere difesi solo perché italiani. Anzi il danno per l’Italia
impegnata militarmente in Afghanistan sarebbe gravissimo».

Ministro, occupiamoci dei temi politici italiani. Il suo collega Calderoli immagina un leghista a Palazzo Chigi e Berlusconi al Quirinale.
«Che un leghista possa sognare questo scenario mi sembra legittimo. Anch’io, il giorno dopo la nascita di An, dissi che da quel momento si poteva sperare di vedere un ex missino a Palazzo Chigi. In politica non si possono mettere limiti alle ambizioni. E’ come se un tifoso dell’Atalanta, che oggi lotta in zona retrocessione, possa sperare nei prossimi anni di vincere lo scudetto. E chissà, forse ce la farà, ma non è molto probabile. C’è un lato positivo nelle dichiarazioni di Calderoli: progetta un futuro e un’alleanza forte con il Pdl».

Spera ancora di vedere Fini presidente del Consiglio?
«Non mi occupo degli scenari del 2013. Noi adesso un presidente del Consiglio ce l’abbiamo. Non partecipo allo sport delle previsioni, non faccio scommesse, non gioco mai nemmeno all’Enalotto».

Bossi si muove come il mattatore di questa fase politica.
«L’immagine di un leghismo mattatore è frutto dell’orientamento mediatico della sinistra. La verità è che viene sottovalutato il successo del Pdl in molte parte d’Italia come nel Lazio e in Calabria. In Veneto invece sapevano tutti che avremmo vinto e lo stesso in Lombardia, mentre in Piemonte sono stati decisivi Berlusconi e il Pdl. La Lega fa il suo lavoro, è in campagna elettorale 12 mesi su 12 e anche noi dovremmo fare la stessa cosa e avere una comunicazione più efficace».

Riforme. D’Alema dice che Fini ha ragione sul presidenzialismo alla francese e sul doppio turno.
«Certo, dà ragione a Fini ma poi propone il sistema tedesco. Bella furbata. Sulle riforme c’è un errore
di partenza, di accelerazione. La bozza Calderoli è stata vista come un progetto definitivo che ha preso il
crisma dell’ufficialità perché Calderoli è andato a presentarla al Quirinale. Ma qui di definitivo
non c’è niente. La legge elettorale poi è un’appendice delle riforme istituzionali. Non è il caso di parlarne adesso».

Fini è tornato ad essere un bastian contrario?
«Auspico una coesione forte nel centrodestra, la stessa che c’era quando è nato il Pdl. Mi auguro che torni un clima sereno. Ne abbiamo tutti bisogno».

Berlusconi va al vertice di Washington sulle armi nucleari. Cosa farà l’Italia se si dovesse arrivare a forti sanzioni all’Iran?
«Finora ci sono margini per la diplomazia. Se poi si dovesse arrivare a una decisione drastica l’Italia non si sottrarrà e farà la sua parte».

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