Int. a R. Formigoni - Formigoni e la Lega: il Pdl resterà primo

Dalla Rassegna stampa

Non ci sarà nessun sorpasso. «In Lombardia il Pdl resterà il primo partito». Risponde così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni al leader della Lega, Umberto Bossi, che l'altra sera a Vigevano aveva definito la Lombardia «una regione in crisi». «Ne abbiamo piene le scatole di una regione che non riesce a decollare. Per questo votate la Lega» aveva detto senza mezzi termini il Senatur. Ieri, le diplomazie del Pdl e del Carroccio si sono subito messe al lavoro. C'è stato un fitto giro di telefonate. Formigoni ha sentito Bossi, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti. E a metà pomeriggio è uscito un comunicato del ministro Calderoli. Solo un grosso equivoco. Anzi «una distorsione». «Una serie di considerazioni attribuite a Bossi che non trovano alcun riscontro». Tranne nelle agenzie che le hanno riportate fedelmente parola per parola.

Soddisfatto, Presidente Formigoni?
«Calderoli ha chiarito tutto. E probabilmente Umberto Bossi non è documentato perché la situazione in Lombardia non è affatto così. D'altra parte i dati lo dicono chiaramente».

Cosa dicono?
«Che a fronte di una crisi pesantissima, la Lombardia ne sta uscendo meglio di tantissimi altri. Ogni settimana confronto i nostri dati con le regioni europee nostre competitrici. Siamo al livello delle migliori. Ce la giochiamo alla pari con la Baviera».

Le è bastato il comunicato di Calderoli per dissipare tutti i dubbi. L'attacco è stato pesante.
«Ho sentito al telefono Bossi, Calderoli e Giorgetti. Come ci sentiamo costantemente in questi giorni di campagna elettorale».

Cosa le ha detto Bossi?
«Era arrabbiato per le parole che gli sono state attribuite. Mi ha detto: "Roberto andiamo avanti, sai quanto ti stimo e sai anche come ho appoggiato la tua ricandidatura alla presidenza"».

Considera gli affondi di Bossi come battute da campagna elettorale per guadagnare voti?
«Le parole di Bossi sono state equivocate e la lettura che ne ha dato Calderoli me lo conferma. La Lega è stata con noi in tutti questi dieci anni, la giunta regionale ha sempre deliberato all'unanimità. C'è grande unità politica tra il Pdl e la Lega. E in Lombardia c'è stata una coalizione forte, unita e compatta».

Teme un sorpasso della Lega da parte del Pdl?
«Assolutamente no. Il Pdl resterà il primo partito in Lombardia. Vedo invece una crescita sia per la Lega sia per il Pdl come è accaduto nelle politiche del 2008 e nelle europee e amministrative del 2009. Prevedo una nostra vittoria molto significativa e la crescita di entrambi i partiti. Dopodiché ognuno porta avanti le ragioni della sua parte politica».

Faccia una previsione. Il divario tra Pdl e Lega si accorcerà?
«Rimarremo sui livelli di adesso. E ripeto, la nostra coalizione è compatta. Quello che ci interessa è parlare con la gente per sottrarre i voti all'astensionismo, alla sfiducia di chi è rimasto sconcertato dalle scelte del suo partito che ha lasciato inopinatamente lìalleanza del centrodestra.
E perché la Lombardia se lo merita».

Per cosa?
«Per la tempra morale dimostrata durante la crisi. Invece di piangersi addosso, imprenditori, artigiani e lavoratori si sono rimboccati le maniche e si sono dati da fare. Hanno tenuto duro. E la Regione ha risposto: abbiamo investito un miliardo e mezzo di euro per gli ammortizzatori
sociali e abbiamo investito un miliardo e 40o milioni sulle politiche attive del lavoro».
 

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