Int. a R. Calderoli - “Basta fuoco amico contro Fini i gruppi di Fli non sono uno scandalo"

Dalla Rassegna stampa

 

Incaricato da Bossi e Berlusconi di provare a «far ragionare» il presidente della Camera, il ministro Calderoli (insieme a Roberto Cota) ha già iniziato a tessere la sua tela.
Come procede la mediazione con Fini?
«Non la chiamerei mediazione. Diciamo che è il ritorno alla politica vera e la fine di questa estate che mi ha fatto rivoltare lo stomaco».
Lo scontro è stato pesante. Per non parlare della campagna sulla casa di Montecarlo...
« È tutto partito da uno scontro nel Pdl, ma la responsabilità dei giornali "amici" c'è stata. Le due cose si tengono assieme: se non ci fosse stato lo scontro nel Pdl le notizie sull'appartamento Tulliani non credo avrebbero avuto questo spazio».
Con il risultato che il governo è stato a un passo dalla crisi.
«È paradossale ma è così: il governo è stato a rischio per colpa del fuoco amico».
Ma Feltri e Belpietro non fanno il loro mestiere?
«Certo, un giornale ha il dovere di riportare tutte le notizie. Ma una notizia non può nemmeno diventare una telenovela. Non credo che, in questo momento, sia nell'interesse del Paese».
Teme che Fini annunci a Mirabello la nascita del suo partito?
«Non mi pare che stiamo andando in quella direzione, semmai resteranno gruppi diversi dentro il Pdl. Comunque l'atteggiamento di Fini può essere completamente diverso, dipende da tante cose: dalla campagna dei giornali, dai rapporti tra i finiani e il Pdl».
Voi leghisti accettereste la nascita di un altro partito?
«Esistono tante possibili soluzioni senza uscire dal perimetro della coalizione, che per noi resta l'unico paletto invalicabile. L'importante è che il governo sia sostenuto da gente che è stata eletta insieme».
Ma i dirigenti del Pdl, a partire da La Russa e Verdini, considerano inaccettabile la coesistenza di due gruppi parlamentari sotto un unico partito.
«Non voglio interferire in affari che non mi riguardano, ma in passato ci sono stati parlamentari eletti in una lista che hanno formato gruppi diversi. Penso ai radicali o ai repubblicani della Sbarbati. I precedenti ci sono, non sarebbe uno scandalo».
I finiani pretendono che il Pdl si rimangi la cacciata di Fini. Che ne dice?
«Non mi piace dare suggerimenti in casa d'altri. Ma se premessero il tasto "reset" non sarebbe male, la ragion di Stato in certi momenti deve prevalere. Comunque l'armistizio deve essere bilaterale».
Nel senso che anche i finiani dovrebbero fare un passo avanti e accettare il processo breve?
«Ristabilito un clima di rispetto reciproco, io non vedo problemi insormontabili anche su questo punto».
Ma a voi leghisti non vi turba mandare al macero migliaia di processi in quella che molti considerano un'amnistia di fatto?
«Io non so quanti processi verrebbero cancellati. Ma non bisogna dimenticarsi che centinaia di processi finiscono ogni giorno nella spazzatura per decorrenza dei termini: quella è la vera amnistia».
Legge elettorale: Bersani prova a coagulare una maggioranza diversa per cancellare il "Porcellum". Ce la farà?
«Escludo che ci sia una maggioranza in Parlamento per rivedere la mia legge. Nella scorsa legislatura ci provarono per due anni a cambiarla e non se ne fece niente. Sa perché?».
Faceva comodo a tutti?
«No, ma quando cominciavano a proporre delle alternative venivano fuori 30 modelli diversi. La legge elettorale, oltre alla rappresentatività democratica, deve garantire l'imprevedibilità. Non si deve sapere prima chi va a vincere».
E il "Porcellum" ha questa caratteristica?
«Ha fatto vincere una volta la sinistra e un'altra la destra. È storia. Non favorisce nessuno a priori, a differenza di altre proposte che vedo girare in questi giorni».

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