Int. a R. Bernardini - "Quella 'coltellata' da una collega"

Onorevole Bernardini, in questi giorni c’è stato un nuovo suicidio nel carcere di Sulmona...
"Il caso dei carcere di Sulmona è molto particolare. In quell’istituto penitenziario esiste una casa di lavoro. In quel carcere si trovano persone tossicodipendenti o detenuti con problemi psichiatrici. senza nulla da fare dalla mattina alla sera, Queste persone sono abbandonate a se stesse e scontano una sorta di ergastolo bianco. . Per loro le pene vengono reiterate all’infinito per ragioni di sicurezza. Queste persone scontano praticamente il carcere a vita".
"La situazione nelle carceri italiane è drammatica. Non è un caso che lo scorso anno abbiamo fatto l’iniziativa ‘Ferragosto in carcere’, quando abbiamo portato 164 parlamentari - di tutti i gruppi - in tutte le carceri italiane. A dicembre abbiamo fatto un’azione non-violenta per ottenere la calendarizzazione delle mozioni sulle carceri, In quella occasione siamo riusciti ad ottenere il nostro obiettivo. Della mozione radicale sono stati approvati ben 12 punti su 20. Una volta approvate le mozioni sulle carceri, ci siamo chiesti quale fosse lo sbocco pratico delle nostre proposte, visto che, nella nostra mozione, il governo si è impegnato su 12 punti".
A quel punto cosa avete fatto?
"Ho iniziato tufo sciopero della fame. Dopo 15 giorni ho ricevuto una telefonata del ministro della Giustizia Angelino Alfano, che mi ha comunicato di aver depositato un ddl che recepisce due punti delle mie proposte della nostra mozione. Uno di questi punti riguarda la pena degli arresti domiciliari per chi deve scontare meno di un anno di carcere. E la messa in prova - questa nonna riguarda gli incensurati - per reati che non superino i tre anni. Lo stesso Alfano aveva chiesto una corsia preferenziale per questo provvedimento: la sede legislativa in commissione Giustizia. Il ddl Alfano era interessante. A quel punto ho sospeso lo sciopero della fame. Ma non mi sarei mai aspettata che il mio gruppo parlamentare - il Pd- si,opponesse alla sede legislativa in Commissione. La capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, Donatella Ferranti, che non voleva essere scavalcata, si è espresse contro la sede legislativa. Così
la coltellata è giunta dal mio gruppo. Credo di sapere che non tutto il gruppo parlamentare sia d’accordo con la scelta della Ferranti. Adesso mi chiedo se non sia il caso di fare uno sciopero della fame contro Donatella Ferranti".
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