Int. a R. Bernardini: cartelle esattoriali ai morti, smascherai la truffa

Dalla Rassegna stampa

Quattro interrogazioni parlamentari per fare luce sulla vicenda della società Tributi Italia spa: la prima del 3 luglio 2008, l'ultima del 25 gennaio 2011. La deputata radicale Rita Bernardini è stata la prima a sentire puzza di marcio su Tributi Italia.

Onorevole Bernardini, lei è stata la prima firmataria di un'interrogazione sul caso di Tributi Italia. Già nel 2008 la situazione appariva grave. Perché si è arrivati a questo punto?

«Quell'interrogazione nacque dalla segnalazione di un radicale di Aprilia che continuava a ricevere cartelle esattoriali per il padre defunto. Scoprimmo così numerose anomalie relativa alla Aser, la società mista, partecipata dalla Tributi Italia (già San Giorgio spa, già Publiconsult) incaricata di riscuotere i tributi locali. La società incassava un aggio del 30 per cento e addirittura del 70 per cento nel caso di tributi non pagati negli ultimi sei anni. Una situazione assurda creata da un contratto capestro che vincolava il Comune di Aprilia per 20 anni e nel cda dell'Aser c'erano rappresentanti di tutti i partiti politici: una vera spartizione partitica. E tutto questo mentre le casse dell'ente via via si svuotavano fino ad arrivare al riscontro dell'inchiesta giudiziaria di poche ore fa».

Cosa chiedevate?
«Un'indagine ispettiva e la trasmissione degli eventuali atti alla Corte dei Conti per confìgurare un danno erariale. Sollecitavamo leggi per fissare la misura massima dell'aggio concedibile alle società di riscossione, garanzie per le somme incassate e limiti temporali all'affidamento. In poche parole, uno strumento legislativo che potesse garantire innanzitutto i cuttadini contribuenti degli enti locali».

Che risposte avete ottenuto?
«Denunce inascoltate fino al 20 giugno 2011 quando il sottosegretario all'Economia Sonia Viale ci fornisce risposte comunque insoddisfacenti. Il governo Berlusconi ha voluto salvare la Tributi Italia tollerando nella Commissione Finanze la presenza di un membro che curava gli interessi dei Saggese».

Dal 1 gennaio 2013 Equitalia non potrà occuparsi delle tasse dei Comuni. Ai privati si apre un business da 1 miliardo di euro. Nuovo rischio scandali?
«Irrigidire le sanzioni per proteggere le tasse dei cittadini»

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