Articolo di Leandro Palestini pubblicato su la Repubblica, il 25/11/10
«Porre domande può essere scomodo, ma non è mai lesa maestà». Paolo Ruffini, direttore di Rai Tre, richiama questo principio elementare per commentare la telefonata-comizio di Silvio Berlusconi martedì sera a Ballarò.
Direttore, molti pensano che la telefonata del premier sia stata il primo comizio della campagna elettorale alle porte.
«Quando le cose avvengono sotto gli occhi di così tante persone c’è il vantaggio di non dover aggiungere commenti. Anche fosse campagna elettorale, mi domando: perché è così difficile per la politica accettare la possibilità che esistano diversi punti di vista, diversi modi di fare televisione? La bellezza delle democrazie sta qui. Non si può pensare che l’alternativa sia solo fra la negazione degli altri e la negazione di se stessi. Noi e gli altri possiamo e dobbiamo convivere. È legittimo che al presidente del Consiglio come ad altri non piacciano alcune trasmissioni. Ritengo meno comprensibile se non grave pretendere che la tv pubblica sia portatrice di un’unica visione delle cose e che tutto il resto vada cancellato».
Per Paolo Garimberti, presidente Rai, la conduzione di Floris è stata "impeccabile". Lei concorda o pensa che servano nuove regole?
«Concordo. La conduzione di Floris è stata corretta. Porre domande per un giornalista è la norma. Può essere scomodo ma non é mai lesa maestà. Le regole? Ne abbiamo già tante. Forse troppe. Non si può pensare di incanalare tutta la tv e magari non solo in regole astratte di comportamento sempre più burocratiche».
Dal Pdl accusano di faziosità "Ballarò". Per Capezzone c’è "manipolazione", Romani parla di trasmissioni "orientate"...
«Floris non é fazioso. Fa domande. E "Ballarò" non manipola. Ha un solo schema che é quello del confronto libero di opinioni. Dove é lo scandalo?».
Da "Report" a "Vieni via con me": perché le grane scoppiano sempre su Rai Tre?
«Non mi pare che le grane scoppino solo su Rai Tre. RaiTre è una risorsa per la Rai. Bisognerebbe intendersi sul senso del servizio pubblico. Sulla differenza fra tv pubblica e tv di Stato. Fra tv pubblica e tv governativa. La prima è per sua natura pluralista. Ammette la possibilità di opzioni differenti. Di programmi differenti. La seconda no».
A proposito di pluralismo, cosa pensa delle polemiche sul tema "eutanasia" scaturite dalla partecipazione di Mina Welby e Beppino Englaro a "Vieni via con me"?
«Sono sincerante dispiaciuto di queste polemiche. Pluralismo non può voler dire che ogni trasmissione esprima tutte le opinioni, racconti tutte le storie. Mina Welby e Beppino Englaro hanno raccontato con rispetto per tutti due storie dolorosissime. Fabio Fazio ha detto che "va rispettata la persona che ritiene di poter essere tenuta in vita artificialmente allo stesso modo della persona che ritiene di non poter accettare una vita priva di relazione con il mondo esterno". Englaro ha detto che "chi versa in stato vegetativo è a tutti gli effetti una persona e deve essere tutelata nei suoi diritti fondamentali". Saviano, citando il cardinale Martini e il Catechismo della Chiesa cattolica, ha detto che "evitando l’accanimento terapeutico non si vuole procurare la morte ma si accetta di non poterla impedire assumendo così i limiti della propria condizione umana mortale"»
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