Int. a P. Paderno - J' accuse di Aurora contro l'orrore della vivisezione

Opera prima di Piercarlo Paderno, tren-tatreenne regista bresciano, Aurora è un film che merita particolare attenzione sia per l'argomento trattato, attualmente inconsueto per il cinema, che per la bravura della conduzione e dell'interpretazione. Una ragazza (Aurora, appunto) entra a far parte di un gruppo animalista il cui intento è liberare gli animali usati come cavie nei laboratori. Comincerà così un viaggio all'interno di un mondo dove la giustizia non ha niente a che fare con la legge e la lotta per la libertà viene prima di ogni cosa. Il cast è composto da giovani talenti: Giulia Cailotto (Aurora), Ilaria Salonna (Sara), Gabriele Ranghetti (Samuele), Alfredo Gabanetti (l'ispettore Brigante), tutti con una solida formazione teatrale alle spalle. Interamente girato in digitale2k, è stato concepito senza finalità di lucro ed è dedicato a tutte le vittime della vivisezione della sperimentazione. Tutti gli "attori" animali che compaiono nel film sono stati in passato reclusi nelle gabbie dei laboratori. I proventi saranno devoluti all'associazione onlus "Vita da cani", che ha dato vita al primo parco-canile italiano ad Arese, in provincia di Milano. Paderno è un regista fuori dagli schemi, particolarmente dedito ad affrontare tematiche animaliste. «Non sono un cinefilo - dice - o meglio mi piace guardare i film, ma ho sempre preferito farli, pensarli, scriverli. Ho studiato cinema al Dams di Torino, e poi ho iniziato un percorso di lavoro sempre nel video ma lontano dal cinema, nella videoarte, nei videoclip musicali e in altri linguaggi visivi comunque lontani dal cinema».
Come ti è venuta l'idea del film?
Il primo soggetto di "Aurora" risale a dieci anni fa. La volontà era di raccontare un mondo a me molto caro, di chi rischia la vita e la libertà per salvare gli animali, un argomento che il cinema ha sempre snobbato, pur essendo implicitamente un argomento molto cinematografico.
Hai collaborato anche alla stesura della sceneggiatura di Kai Ortolani?
Assieme a lei ho lavorato alla prima stesura della sceneggiatura, ma da lì in poi ha lavorato da sola, e devo dire che ha fatto un lavoro strabiliante, dando forma e colore ai personaggi, senza snaturare in alcuna maniera il messaggio.
Per realizzare il tuo lungometraggio avrai incontrato diverse difficoltà e non solo di carattere economico...
Sulle difficoltà ci sarebbe da scrivere un libro, mi sono lanciato un po' inconsciamente in un lungometraggio quando tutti mi dicevano che era una follia con un budget davvero irrisorio per il tipo di film. Ma ero convinto che ce l'avrei fatta. I problemi a fare un film, specie quando non si hanno soldi, sono immensi, ma per fortuna le difficoltà sono fatte per essere superate e ho potuto contare sul supporto di validi aiutanti: Sandra Barbarie (l'assistente alla regia) è stata la mia ombra e mi ha aiutato in ogni fase del lavoro, ma dovrei davvero citare tutti, a partire dagli attori. "Aurora" è un film in controtendenza, nel senso che è al di fuori dei circuiti commerciali e della grande distribuzione. Come mai hai preso una decisione così coraggiosa?
La scelta è nata un po' per necessità e un po' per lo spirito di voler provare a fare le cose in maniera diversa. "Aurora" è nato con la precisa volontà di fare un progetto lontanissimo dalle logiche commerciali, volevo un film che parlasse di etica e che fosse a sua volta etico, così l'idea di un film non a scopo di lucro, i cui ricavi andranno in toto devoluti a "Vita da cani" onlus. Abbiamo così deciso di non mettere il film in normali programmazioni di sale cinematografiche ma di accompagnarlo tenendolo per la mano, città per città. Per organizzare una proiezione si può scrivere all'email info@auroramovie.com Il finale del film lascerà molti spettatori con l'amaro in bocca...
Non voglio svelare troppo del film, personalmente non amo gli "happy ending". Il finale parla di una rinascita, di speranza, di vita, di voglia di continuare a lottare, di mettere la vita degli altri avanti anche alla propria. Hai intenzione di proseguire questo discorso con altri lavori?
Onestamente non credo farò un prossimo film ancora su tematiche animaliste, come artista vorrei affrontare linguaggi e argomenti diversi.
Sulle difficoltà ci sarebbe da scrivere un libro, mi sono lanciato un po' inconsciamente in un lungometraggio quando tutti mi dicevano che era una follia con un budget davvero irrisorio per il tipo di film. Ma ero convinto che ce l'avrei fatta. I problemi a fare un film, specie quando non si hanno soldi, sono immensi, ma per fortuna le difficoltà sono fatte per essere superate e ho potuto contare sul supporto di validi aiutanti: Sandra Barbarie (l'assistente alla regia) è stata la mia ombra e mi ha aiutato in ogni fase del lavoro, ma dovrei davvero citare tutti, a partire dagli attori. "Aurora" è un film in controtendenza, nel senso che è al di fuori dei circuiti commerciali e della grande distribuzione. Come mai hai preso una decisione così coraggiosa?
La scelta è nata un po' per necessità e un po' per lo spirito di voler provare a fare le cose in maniera diversa. "Aurora" è nato con la precisa volontà di fare un progetto lontanissimo dalle logiche commerciali, volevo un film che parlasse di etica e che fosse a sua volta etico, così l'idea di un film non a scopo di lucro, i cui ricavi andranno in toto devoluti a "Vita da cani" onlus. Abbiamo così deciso di non mettere il film in normali programmazioni di sale cinematografiche ma di accompagnarlo tenendolo per la mano, città per città. Per organizzare una proiezione si può scrivere all'email info@auroramovie.com Il finale del film lascerà molti spettatori con l'amaro in bocca...
Non voglio svelare troppo del film, personalmente non amo gli "happy ending". Il finale parla di una rinascita, di speranza, di vita, di voglia di continuare a lottare, di mettere la vita degli altri avanti anche alla propria. Hai intenzione di proseguire questo discorso con altri lavori?
Onestamente non credo farò un prossimo film ancora su tematiche animaliste, come artista vorrei affrontare linguaggi e argomenti diversi.
Anche l'ambientalismo e l'ecologia sono retaggio dell'antropocentrismo. Non credi che sia necessario, invece, andare più a fondo e imprimere una radicale svolta culturale?
George Carlin, un comedian americano con cui sono cresciuto e che ho amato alla follia, in un suo sketch diceva che l'ambientalismo è solo un modo arrogante di controllare la natura e che la sola cosa che importa agli ambientalisti è un giardino verde in cui parcheggiare le proprio Volvo. Dovremmo smetterla di pensare che la natura ci appartiene e ricominciare a considerarla il nostro habitat. È possibile, secondo te, giungere a una nuova politica che abbia il suo perno della compassione?
Onestamente preferisco il termine "pietà", non nell'accezione moderna di misericordia, ma in quella originale di agire con rispetto, quella pietà tipica degli eroi greci, uno per tutti Enea. Se qualcosa potrà cambiare non è per un nuovo corso della politica ma per un nuovo sentire che nasca dal basso, che poi è quello che ho cercato di raccontare in "Aurora".
George Carlin, un comedian americano con cui sono cresciuto e che ho amato alla follia, in un suo sketch diceva che l'ambientalismo è solo un modo arrogante di controllare la natura e che la sola cosa che importa agli ambientalisti è un giardino verde in cui parcheggiare le proprio Volvo. Dovremmo smetterla di pensare che la natura ci appartiene e ricominciare a considerarla il nostro habitat. È possibile, secondo te, giungere a una nuova politica che abbia il suo perno della compassione?
Onestamente preferisco il termine "pietà", non nell'accezione moderna di misericordia, ma in quella originale di agire con rispetto, quella pietà tipica degli eroi greci, uno per tutti Enea. Se qualcosa potrà cambiare non è per un nuovo corso della politica ma per un nuovo sentire che nasca dal basso, che poi è quello che ho cercato di raccontare in "Aurora".
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