Int. a P. Binetti - "Scommetto sull'Udc, il Fli può attendere"

Oggi Paola Binetti incontrerà a Montecitorio «il mio compagno di banco Francesco Saverio Romano e gli dirò: Lavoriamo dal centro per farlo crescere insieme, dobbiamo essere noi inclusivi, non essere fagocitati dagli altri». La deputata dell'Udc non elude le domande sui contrasti all'interno del suo partito (con il leader Pierferdinando Casini che accarezza l'idea di un terzo polo con Gianfranco Fini da un lato ed il segretario regionale siciliano Romano che, invece, guarda con favore verso il Pdl di Silvio Berlusconi), e si dice convinta che lo scudocrociato si avvii alla «riconciliazione». Sui cambi di casacca ipotizzati o presunti, nonché sul «calciomercato dei parlamentari», Binetti è perentoria: «È uno squallore. Anch'io me sono andata da un partito, il Pd, ma l'ho fatto per questioni ideologiche».
Onorevole, la kermesse di Chianciano si è chiusa con due punti fermi: l'Udc condurrà il popolo dei moderati nel Partito della Nazione e la strada tracciata è quella del terzo polo. Peccato, però, che la linea del presidente Casini sia stata subita contestata dalla fronda di Romano, di Totò Cuffaro e di Calogero Mannino...
Mi dispiace che la stampa stia cogliendo esclusivamente i motivi di contrasto all'interno dell'Udc e li amplifichi. Andrebbe, invece, riportato il valore della nostra forza unitaria.
Non si può negare che la frattura sia netta. I siciliani ritengono un errore ammiccare al progetto di Fini...
Non sto negando che ci siano dei motivi di disagio, del resto Romano a Chianciano è intervenuto prima di Casini, invitando il partito a «non isolare Berlusconi portandolo fra le braccia della Lega». Dico soltanto che e un bene che Romano abbia chiarito oggi (ieri per chi legge) che rimarrà nell'Udc, senza entrare nel gruppo di responsabilità nazionale. Inoltre, la situazione del nostro partito in Sicilia è particolarmente complessa: ci sono dei contrasti con il governatore Raffaele Lombardo (i centristi non fanno più parte della giunta regionale, ndr), con l'esponente del Pdl Gianfranco Miccichè e, nell'Isola, il centrodestra è frammentato al punto da aver bisogno di fagocitare pezzi di altre formazioni politiche. Io ribalto la questione, però.
In che modo?
Come ha detto Casini, l'Udc intende rinnovare l'invito' a convergere verso il centro a tutti coloro che non si trovano bene in altri contesti. In altre parole, dobbiamo essere noi inclusivi di altre forze politiche, non è nostro compito bussare alla porta di Berlusconi, o di Fini. Per la prima volta, infatti, sentiamo una forte spinta di attrazione da: parte del mondo cattolico e dei moderati che ci riguarda. C'è una tendenza centripeta e non centrifuga, perché siamo stati molto chiari con il cittadino: siamo contrari ad elezioni anticipate in questo momento di grane confusione. E trovo inutile pensare a prospettive di alleanza con chi ha appena iniziato a percorrere una propria strada come Gianfranco Fini.
A proposito, come le è sembrato il discorso del presidente della Camera, alla Festa del Tricolore di Mirabello?
L'intervento di Mirabello mi è sembrato una copia conforme di quei valori che l'Udc va proponendo da tempo. Mi riferisco soprattutto al tema del quoziente familiare, che a noi centristi è particolarmente caro. Ascoltando Fini non potevo che cogliere il suo sforzo di posizionamento verso il centro. Sa (sorride), anche la loro collocazione nell'emiciclo non mi smentisce...
Perché?
Gli esponenti di Futuro e libertà adesso non sono a destra, a Montecitorio, ma occupano gli scranni al centro, incuneandosi fra il Pdl e l'Udc. Può sembrare una battuta, ma questo posizionamento è secondo me il simbolo che destra e sinistra, oggi, sono parole che non hanno più senso.
Lei dipinge un Fini "centrista"; ma come la mettiamo con le posizioni "progressiste" dell'ex leader di An sulla fecondazione assistita o sul testamento biologico?
Negli ultimi quattro-cinque anni Fini ha offerto una posizione diversa da quella che ci si aspettava da lui sui cosiddetti argomenti eticamente sensibili, che a me stanno particolarmente a cuore. Tutti sanno che sono uscita dal Pd quando è stata candidata una donna, Emma Bonino, alla presidenza della Regione Lazio, che ha idee sull'aborto e sulla vita totalmente diverse dalle mie. Mi aspetto di capire, però, fino a che punto le aperture di Fli siano, espressione di ciò che pensa il capo, o rappresentino, invece, iniziative di personalità che provengono da una cultura liberale e radicale come Benedetto Della Vedova.
A fine settembre il presidente del Consiglio verrà a chiedere la fiducia in Parlamento. Cosa si aspetta da Berlusconi?
Per me Berlusconi può dire ciò che vuole, ma che sia chiaro su ciò che intende realizzare come capo del governo. E lo mantenga, senza ricorrere alle smentite. Misurerò la sua affidabilità sui fatti, non sulle promesse che farà. Non abbiamo bisogno dell'ennesimo libro dei sogni: il premier non può dichiarare al Paese che abbasserà le tasse e poi lasciare tutto com'è, non può annunciare un piano per l'edilizia che non sarà mai concretizzato. Faccia bene i conti che, per quanto ne sentiamo, sembra che siano simili al mistero della Santissima Trinità, ,e ce li comunichi indicando le opere che realmente possono essere avviate.
Un'attività che ferve, invece, è quella del reclutamento dei parlamentari, all'indomani della formazione dei gruppi dei finiani. Cosa ne pensa?
Per ciò che riguarda noi centristi, restiamo all'opposizione. Quanto al reclutamento generale, al calciomercato in Parlamento, lo trovo semplicemente squallido. Io penso che la gente possa cambiare partito, intendiamoci...
Lo ha fatto anche lei...
Già, l'ho fatto per questioni ideologiche, davanti ad un Pd che scivola sempre più a sinistra. Pertanto, non mi stupirei se dal centrosinistra arrivassero altre persone nell'Udc per una questione di valori, non di tornaconto personale.
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