Int. a O. Tarzia - Tarzia: "il mio no cattolico all'aborto"

Dalla Rassegna stampa

Impegnata nel volontariato e nell’associazionismo cattolico, tra i fondatori del Movimento per la vita e presidente dei Comitati per la Famiglia, quando è scesa in campo Emma Bonino ha deciso che era il momento di mettersi in gioco «a difesa di quei valori etici "non negoziabili", come li ha definiti il cardinal Bagnasco». Olimpia Tarzia è la prima donna eletta nella lista civica di Renata Polverini con oltre 21 mila preferenze. Un passato come consigliere regionale dell’Udc e presidente della Commissione Pari Opportunità nell’amministrazione Storace dal 2000 al 2005, ora il suo impegno è quello di rilanciare le politiche sociali sul territorio.

Com’è nata l’idea di candidarsi?
«Conosco Renata ancor prima che diventasse segretario dell’Ugl. Ci siamo sempre invitate reciprocamente a convegni e conferenze ed è nato un rapporto di stima e amicizia. Mi aveva chiesto
fin dall’inizio di sostenerla ma io ero troppo impegnata. Poi quando a sinistra è arrivata la Bonino, non ho avuto esitazioni. Con l’esponente radicale ci troviamo da trent’anni all’opposto su tutto: famiglia, aborto, femminismo, coppie di fatto, ruolo della donna nella società. Volevo dire un "no cattolico" senza ipocrisie a tutto questo».

Quali saranno i suoi primi impegni?
«Innanzitutto rifinanziare la legge 32 del 2001 che aveva istituito un Osservatorio permanente regionale sulla famiglia: un dialogo continuo tra istituzioni e i rappresentanti di 150 associazioni di famiglie dei Lazio. Voglio rilanciare i nidi condominiali e aziendali, introdurre il "quoziente famigliare", agevolare le mamme lavoratrici con figli adolescenti attraverso part time, telelavoro e flessibilità di orario incentivando le aziende che si dichiareranno disponibili. Infine, come già avviene in altri paesi, permettere alle donne che lo vogliono di restare con il proprio bambino fino all’età di tre anni senza rischiare il mobbing o il licenziamento».

Oggi la «pillola del giorno dopo», la tanto discussa Ru486 entrerà in commercio. Cosa avverrà nel Lazio?
«Credo che non sarà meno devastante dell’aborto. Purtroppo la donna sarà ancora più sola di quanto già avviene ora. Certamente non la daremo in day hospital come fanno in Emilia Romagna ma solo con ricovero in una struttura ospedaliera. Ho in progetto anche una riforma dei consultori familiari, diventati ormai solo un presidio sanitario che rilascia certificati per abortire. Il ruolo originario era invece quello di assistere le donne aiutandole a prevenire quella scelta estrema. E comunque a promuovere una genitorialità responsabile».

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