Int. a Mario Staderini - Le carceri sono la prova che viviamo in uno Stato d'illegalità

Dalla Rassegna stampa
Serve un`amnistia  perché la più grande  questione sociale che  abbiamo in Italia oggi  è quella della  Giustizia. Quella  degli 11 milioni di  processi pendenti
 
230 tra parlamentari, eurodeputati,  consiglieri regionali, provinciali,  comunali e operatori del settore  tra cui i Garanti dei detenuti,  autorità di garanzia presenti solo  in alcune regioni e comuni. 206  istituti di pena visitati sui 216 esistenti.  E` questo il bilancio ancora  provvisorio - come sottolinea Valentina  Ascione dell`ufficio stampa  dei Radicali italiani - dell`iniziativa  "Ferragosto in carcere" promossa  per il secondo anno consecutivo  dal Partito radicale. Iniziativa  ispirata con una lettera di convocazione  firmata dal  neo direttore di Radio  radicale, Paolo Martini,  e dal segretario dei Radicali  italiani, Mario Staderini,  insieme a tutti i  capigruppo della commissione  Giustizia della  Camera dei deputati.  
«La vera novità di quest`anno  - ci spiega proprio  Staderini - è il coinvolgimento  per la prima  volta dei magistrati, presidenti  di tribunale, procuratori  e giudici di sorveglianza».
 Avete fatto appello anche  alla Cei. Come  hanno reagito i vescovi?  
La legge riconosce agli  ordinari diocesani la  prerogativa di visitare  gli istituti penitenziari   senza preavviso per  l`esercizio del loro ministero.  Purtroppo al momento  non abbiamo ricevuto adesioni  che invece sono venute dalle  chiese protestanti, fino all`episodio  avvenuto nel carcere di Pavia  dove è stato rifiutato l`ingresso ai  pastori valdesi per ignoranza della  legge.  
Il coinvolgimento della magistratura  è senza dubbio un fatto nuovo  anche perché negli ultimi anni  i tribunali di sorveglianza hanno  sposato un`interpretazione restrittiva,  se non di vera e propria  disapplicazione della legge Gozzini.  Sono divenuti loro stessi  parte del problema. Nei mesi  scorsi, quando il governo per far  fronte al sovraffollamento sembrava  propenso introdurre una  misura minima come gli arresti  domiciliari automatici per alcune  categorie di detenuti con un  residuo pena inferiore a 12 mesi,  la magistratura di sorveglianza si  è messa di traverso rivendicando  l`autorità finale sulla decisione.  Pensate che l`iniziativa di oggi  possa favorire un ripensamento?
 L`iniziativa di questi giorni è rivolta  all`intera comunità penitenziaria.  Non solo ai detenuti dunque,  ma anche a chi vi lavora come gli  agenti di polizia, i direttori, gli avvocati  e ovviamente i magistrati.  La più grande questione sociale  che abbiamo in Italia oggi è quella  della Giustizia. Quella degli 11 milioni  di processi pendenti. L`affollamento  delle carceri è un problema  che coinvolge inevitabilmente   il lavoro dei magistrati come parte  di un sistema della Giustizia che  necessita di riforme urgenti. La nostra  proposta di una grande amnistia  è una soluzione rivolta anche  al lavoro dei magistrati per liberare  i loro tavoli da milioni di processi  pendenti che molto spesso  oggi si trasformano in amnistia di  fatto, con le 200 mila prescrizioni  all`anno. Non è un caso che nelle  carceri si trovino sempre gli ultimi,  quelli più deboli. I soggetti  forti, i malavitosi organizzanti o i  benestanti possono permettersi di  pagare degli avvocati che li portano  alla prescrizione. L`affollamento  delle carceri rende dunque il lavoro  dei magistrati improponibile  e questa situazione si ripercuote  sulla vita delle persone private della  loro libertà, che si ritrovano così  a non poter fruire di quei tempi  veloci che altrimenti permetterebbero  ai magistrati di valutare e decidere  velocemente l`eventuale applicazione  delle pene alternative.  
Dopo le visite cosa accadrà?  
Programmare il rientro nella legalità  dello Stato italiano attraverso  provvedimenti normativi che gestiscano  l`emergenza umanitaria in  corso e che programmino il superamento  strutturale di questa situazione,  attraverso lo sviluppo  delle pene alternative, la riforma  della Giustizia contro l`amnistia di  classe in corso. Quella di quest`anno  più che una visita ispettiva sulle  carceri è una verifica sulla situazione  d`illegalità in cui versa lo  Stato italiano. Vedere come stanno   le carceri oggi non è più, come diceva Voltaire, un test sulla civiltà  di un Paese ma una verifica dei livello  della crisi dello stato dei diritti  e della democrazia nel nostro  paese. Nel nord Europa quando le   prigioni non sono in grado di garantire  gli- standard minimi del rispetto  dei diritti esistono liste di  attesa per gli ingressi in carcere. Il  nostro obiettivo è il superamento  di una legge criminogena come  quella sulle droghe e la cancellazione di tutti i reati senza vittima.  Noi del Partito radicale tenteremo  di attivare le giurisdizioni internazionali  perché la situazione dell`Italia  è quella di uno Stato fuorilegge  che viola i diritti umani.  
Vi rivolgerete a Strasburgo?  
Non solo. Ci sono anche altre giurisdizioni  esistenti.

© 2010 Liberazione. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK