Int. a I. Marino - «La norma non rispetta la volontà della persona»

Senatore Ignazio Marino, lei ha firmato un appello dei medici contro la legge sul fine vita. Perché la avversa?
«Perché contiene almeno due punti inaccettabili. Non è giusto che l’inserimento di un tubo nell’intestino per l’alimentazione e idratazione diventi obbligatoria anche per coloro che hanno espresso la volontà di rifiutare questi trattamenti. Parliamo di cure, di veri e propri atti medici. Inoltre la legge non garantisce che le volontà della persona siano rispettate visto che il testamento non è vincolante».
Che significa in pratica?
«Significa che un. medico ha il potere di mantenere in vita quella persona e di commettere una violazione. Parliamo di una legge voluta dalla destra, ma non dagli italiani. Il 70% dei chirurghi hanno affermato che disobbediranno. Il 77% dei cittadini intervistati da Eurispes si sono espressi a favore della libertà di scelta».
C’è una via di compromesso?
«È stata respinta la proposta del Pd di sostituire la legge con un unico articolo dove si dice che tutte le terapie, incluse alimentazione e idratazione, devono essere garantite a meno che la persona abbia lasciato scritto un no».
Cosa succederà nei reparti di rianimazione se la legge diventasse pratica quotidiana?
«Ci sarebbe un’ondata di ricorsi alla Corte costituzionale da parte dei familiari che non ritenessero rispettate le volontà del proprio caro. Viene violato l’articolo 32 della Carta sulla libertà di scelta».
Che ne dice della giornata sugli stati vegetativi?
«Il governo dimostra di preferire le provocazioni al dialogo. Dovrebbe essere la giornata del silenzio, come ha chiesto Englaro. Invece ci sarà una crociata ottusa e senza rispetto per la memoria di Eluana».
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