Int. a Marco Pannella - "Emma potrebbe ancora ritirarsi la battaglia vera è sulla legalità"

I malumori dei Pd sono l`ultimo dei suoi problemi: «Non me ne frega niente», dice Marco Pannella chiuso nella sede radicale di Torre Argentina per l`ennesima riunione con Emma Bonino e gli altri dirigenti del partito. «La battaglia di legalità che mi interessa: 47 milioni di italiani che non sapevano niente della fase pre-elettorale, della raccolta di firme per le liste, della corruzione rispetto alla legge, non solo quella per il denaro o per il sesso, della Rai che non dà voce a noi e ad altri».
La minaccia di un ritiro della Bonino nel Lazio è ancora in piedi?
«Valutiamo giorno per giorno, con vigore e con umiltà, l`ipotesi di una scelta responsabile».
Per capirci, gli elettori del Lazio possono essere sicuri di trovare la Bonino candidata il 28
marzo?
«Assolutamente no. Non possono avere la certezza di poter votare Emma. Quello che faremo non lo sappiamo noi e non lo può sapere nessun altro».
Allora?
«Siamo sempre stati capaci di trovare soluzioni terze, vedremo».
L`assenza della Bonino all`assemblea dei candidati del centrosinistra non era dovuta solo a un problema di agenda, quindi.
«Perché, la cerimonia dei governatori era un grande evento? Era il centro della politica? Secondo me no. Comunque non c`erano nemmeno Errani e Penati. Dovrebbero apprezzare la prudenza di Emma, che non voleva far coincidere l`inizio del digiuno, la sua azione non violenta più dura, con l`appuntamento dei candidati».
Bindi parla di radicali sleali, altri dirigenti del Pd s ono preoccupati per una campagna elettorale
oscurata dallo sciopero della fame e della sete.
«Alla Bindi abbiamo risposto: occupatene anche tu della battaglia di legalità. Noi radicali saremmo lietissimi di difendere la legge assieme a qualcun altro. Questo è quello che ci preme: restaurare immediatamente la legalità. E lo diciamo anche al Pd, certo».
Perché dovrebbero aiutarvi in Lombardia dove vi presentate contro il loro candidato?
«Ma di che parlano. Noi contro Penati? Non é vero. Vogliamo che ci sia un`opposizione ampia al governo partitocratico e ladro della Lombardia. Penati, anzi, è uno dei più decenti, ma vogliamo condurre la nostra battaglia contro il regime lombardo dei misfatti clericali».
Fate la campagna elettorale o lo sciopero della fame?
«Sono la stessa cosa. Se uno vuole fare la battaglia fedaralista regionale lo falottando contro le
vandee, contro chi non applica le leggi regionali. E Bersani non fa l`apologia di Emma perché è
una fuoriclasse, competente e brava, ma perché è una radicale come lui lo sa benissimo. Emma non è autocandidata, è in pista dallo scorso giugno. Per il Pd».
Qualcuno sospetta che perso per perso il Lazio puntate a fare il pieno dei voti di lista.
«A noi interessa perdere il Lazio? Ma cosa dite. Mica siamo masochisti, non siamo affetti da
manie suicide. Quello che cerchiamo è imporre a destra e sinistra l`abc delle regole democratiche».
Sono bene accette le firme del Pd?
«Fa piacere che i democratici si pongano il problema in modo radicale, questo sì. Ma sia chiaro:
la Bonino è la Bonino, non è mica una di loro. E' solo un`alleata che testimonia, con la sua candidatura, una virata positiva del Partito democratico. Detto questo, a noi interessa stanare la questione giuridica».
Dopo la garanzia di Bersani il digiuno può essere interrotto?
«Noi vogliamo raccontare, come la Arendt, la banalità del male, il senso di un regime che dura ormai da tre o quattro generazioni e che ha creato un`antropologia ancora più del Ventennio. E quello che facciamo da 30 anni e che continueremo a fare».
© 2010 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments