Int. a Marco Cappato - "Ripartire da capo. Rinvio di tre mesi"

Marco Cappato, dirigente Radicale, candidato governatore in Lombardia (ma la lista non è stata ammessa perché le firme erano insufficienti), con il suo ricorso contro Formigoni sta provocando un terremoto che forse nemmeno lui si aspettava. L'intero mondo politico ora è all'affannosa ricerca di una soluzione al «pasticcio». Soluzione che, a prima vista, non c'è.
Si fa strada l'ipotesi di un rinvio delle elezioni in Lombardia e Lazio. Lei che ne pensa?
Le possibilità sono due. La prima è quella al servizio dei potenti, che sarebbe abusiva ed eversiva e che recita così: siccome le liste irregolari sono dei potenti, per loro non facciamo valere la legge e le riammettiamo in corsa. Questa sarebbe una violazione gravissima di ogni regola, più grave a mio parere del fatto che una parte dell'elettorato non potrebbe votare per la propria lista perché non ammessa (per altro per colpa loro).
E l'altra?
L'altra è quella che noi proponiamo da 34 settimane al Capo dello Stato e al presidente del Consiglio. Cioè l'annullamento a livello nazionale di elezioni non democratiche e illegali, accompagnato, parallelamente, dall'accertamento di tutte le responsabilità di chi si è reso colpevole di un vero e proprio attentato ai diritti civili.
Tipo?
Beh, ogni regola nella fase di raccolta delle firme è stata violata. Non sono stati informati i cittadini; la Rai avrebbe dovuto mandare in onda degli spot e non l'ha fatto; alcune forze politiche, come la lista Bonino-Pannella, sono state cancellate; è mancato completamente il ruolo dello Stato nell'informare gli autenticatori nello svolgere il loro lavoro. Quelli che fanno tanta ironia sulle procedure vadano a chiedere ad un immigrato cosa significa portare in ritardo un documento.
Tutti adesso toccano con mano quello che voi denunciavate da tempo, in fondo è già successo. Un semplice rinvio non vi basterebbe?
Ribadisco, una soluzione non può essere concepita come un favore a questo o a quello, per recuperare qualche lista e dare qualche giorno in più. Si deve ricominciare da capo, ridando i tre mesi di tempo e vigilando che questa volta vengano rispettate le regole. Se si sono resi conto che sono regole complicate, ci sarebbe anche il tempo di cambiarle. Per esempio, prevedendo il deposito della lista prima della raccolta delle firme. Così saremmo favorevoli. Altrimenti non si tratterebbe che di un provvedimento "ad listam", come ha detto Emma Bonino. Una soluzione, ripeto, eversiva.
In ogni caso, qualcosa si dovrà pur fare: non è pensabile lasciar fuori da due regioni importanti un partito del 40%
Non si può prendere un provvedimento a uso e consumo di un partito grosso solo perché è grosso. Siamo consapevoli che la situazione è grave, un pasticcio come dice Napolitano, ma è una situazione di totale assenza di democrazia che va avanti da due mesi. In Lombardia la lista Bonino-Pannella è esclusa, mentre Formigoni verrebbe ammesso solo perché i sondaggi gli danno il 70%? Formigoni ha accettato il nostro consiglio (anche se come ritorsione) di ricontrollare tutte le firme, ma si stanno rendendo conto che la strada dei ricorsi non li porta da
nessuna parte.
Una "soluzione politica"non è possibile senza il consenso dell'opposizione. Il Pd sembra stia prendendo in considerazione la cosa..
Il Pd non è estraneo ai metodi della partitocrazia. Sarebbe una buona occasione per non prestarsi a un gioco di potere per mero realismo politico e di mettersi al servizio della democrazia e di una soluzione che sia legale e quindi, sì, politica.
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