Int. a M. Welby - "I malati sono sacrificati alla campagna elettorale la loro volontà non conta"

Berlusconi sbaglia?
«Il premier non si rende conto che con questa legge si apriranno tantissimi processi, in tanti ricorreranno ai giudici, accusando i medici di non averli curati come avevano chiesto».
Quali le differenze col testo di Marino del Pd sottoscritto da 100 senatori bipartisan?
«Il disegno di legge presentato da Marino rispettava la libertà di cura, parlava anche di cure palliative, di assistenza per evitare il dolore, di collaborazione col medico, di alleanza terapeutica col malato. E soprattutto la volontà del paziente veniva rispettata, valutata, accolta, Ora invece è considerata non vincolante e quindi inutile».
È quindi questione di libertà?
Legge incostituzionale?
«Sì, perché la vita è mia, e sono io a dover decidere anche del momento più importante, quello finale. Sono io che so quale è il mio grado di sopportazione del dolore, cosa considero vivibile, quale sia il senso della mia dignità e quindi a quali cure voglio rinunciare o sottopormi».
Lei dice che è una legge per prendere voti dei cattolici?
«Sì, eppure la vita, la malattia, il dolore, la difficoltà di scegliere la cura sono realtà drammatiche che in qualche modo ci toccano tutti. Ecco, la legge doveva essere fatta per rispettare la volontà, la libertà di tutti di scegliere secondo la propria coscienza, la propria visione della vita».
E invece?
«Non è neppure una legge per chi vuol vivere, ma è una legge per chi secondo i politici, deve vivere. Eppure secondo me vivere è un diritto. Non un dovere».
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