Int. a M. Rizzo - "I poltronisti hanno ucciso la sinistra"

Dalla Rassegna stampa

 

Marco Rizzo è un comunista. È falce e martello. È Lenin e Marx. È la coscienza collettiva. E’ la classe operaia. È l’anti capitalismo. Non crede nelle riforme. Non pensa che la rivoluzione sia un pranzo di gala. Il guaio è che ti sta simpatico.

Come si vive da extraparlamentari?
«Non mi manca il Parlamento».

Neppure lo stipendio?

«Non campo d’aria. E lo dico subito prima che lei faccia il furbo. Come tutti i parlamentari di lungo corso ho un vitalizio. Ma non sono un poltronista. Non mando a puttane le mie idee e la mia storia per un posto nel Palazzo o da assessore».

Come mai non vi vota più nessuno?

«Il nostro popolo non vuole più essere rappresentato dai poltronisti. Nel 2006 la sinistra radicale aveva 142 parlamentari, 4 ministri, 20 sottosegretari e un presidente della Camera. Quattro anni dopo tutto cancellato. Siamo passati dal 12 al 3,2 per cento. Ci sarà un motivo».

Lei lo sa?
«Ricorda la sinistra arcobaleno?».

Più o meno. Gli elettori sicuramente no.

«Lo sa dov’era il quartier generale di Bertinotti?».

Questa è difficile. A Botteghe Oscure?

«Magari. All’Hard Rock Café di via Veneto».

Ecco dove erano finiti tutti i comunisti.
«Fa lo spiritoso? La capisco. Lì c’è tutta la nostra anti-identità. Stavano di fronte all’ambasciata americana. Via Veneto è il luogo della Dolce Vita. L’Hard Rock è peggio di McDonald’s. È una catena molto più costosa e elitaria».

Sarà un caso?
«Un caso? Dove ha chiuso la campagna elettorale Diliberto alle europee del 2009?».

Non mi dica via del Corso?
«Al residence Ripetta. A due passi dal Bolognese, il ristorante dei vip della politica. Berlusconi e Alemanno hanno scelto il serpentone del Corviale. Capisce la differenza?».

È palese.
«Il Corviale, una città in un casermone, simbolo dell’edilizia popolare, quindicimila abitanti. Qui il Pci negli anni ‘70 prendeva il 68 per cento dei voti. Non ce la faccio più a sopportare questa sinistra snob e radicai chic che usa la falce e il martello per allearsi con la Bresso».

Cosa le ha fatto la Bresso?
«La Bresso vuole la Tav, la sinistra no. Ma si tura il naso».

 La politica è compromesso.
«E si allea con Loiero in Calabria, lontano mille anni dalla morale comunista».

Al Sud è ancora più compromesso.

«Che vota la Bonino, più liberista di Berlusconi, più filo americana di Berlusconi, più anti popolare di Berlusconi».

La sinistra si è inabissata da quando ha fatto dell’antiberlusconismo un’ideologia. Sono quindici anni che non fa politica. Il Cavaliere è un’ossessione.

«Purtroppo sì. Io sono antiberlusconiano perché anti capitalista. Ma non mi interessa il gioco di certi poteri economici che hanno deciso di far cadere Silvio per sostituirlo con Fini o Montezemolo. È il grande sogno del Pd. A me sembra una restaurazione. Va via Berlusconi e tornano quelli che c’erano prima di lui. Non vedo la differenza».

E lei invece vuole una sinistra popolare. È il nome che ha scelto per il suo nuovo partito. Serviva un’altra rifondazione comunista?
«La rifondazione comunista non c’è mai stata. È servita solo a far diventare famoso Bertinotti».

Ma lei è davvero ancora comunista?
«Sì. Ora più che mai. Si è accorto che il ceto medio è sempre più povero? Si è proletarizzato e prima o poi scenderà in piazza. Se i cinesi e gli indiani dovessero consumare come l’Occidente le risorse della terra finirebbero nel giro di pochi mesi. Il capitalismo non può più reggere».

E se i capitalisti non si adeguano che fa: spara?
«Potrei anche dirle di sì. Non mi scandalizza. Solo che non credo sia la strada giusta, quella migliore. E’ molto più semplice convincere le persone. La rete crea una coscienza collettiva».

Comunisti, no global, consumatori, terzomondisti, eco e solidali, alternativi, no Tav, no D’Alema, Veltroni e Bertinotti, no tutto. Grillo sarà un vostro alleato naturale.
«Grillo va bene quando c’è da protestare contro i Suv, ma se io voglio cambiare il mondo è un passo indietro».

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