Int. a M. Pannella - "Riforme? E chi ci crede?"

Sembra partito sul serio il treno delle riforme istituzionali. Bossi e Berlusconi ci cenano su. Anche Napoletano invita al dialogo.
Cosa ne pensa?
Non è per pregiudiziali metodologiche ma nella fattispecie, io, di riforme me ne occupo molto. Quindi, escludo che la partitocrazia possa concepire una riforma che crei difficoltà a se stessa, e quindi che non sia una porcata, più o meno evidente. Leggo di proposte varie, richiami a Violante, di sistema tedesco.
Pare che D’Alema abbia convinto Amato sulla bontà del tedesco, e che su questo cercano intese, trovandole, con Casini. E non escludo che anche Fini aderisca a tutto questo.
Scendiamo nel dettaglio: legge elettorale e collegi.
Un luogo comune vuole che la legge elettorale "corrisponda" alla storia italiana: una grande stupidaggine. Non vedo perchè non si possa essere radicalmente innovativi e fare la riforma "americana’. Noi siamo convinti da tempo che il collegio uninominale secco, col turno unico, è quello che corrisponde di più alla moderna concezione di lotta politica. Risponde all’idea di dare rappresentanza, di creare un collegamento diretto, tra l’eletto e territorio. Con la sua comunità umana, ma persino quella animale, vegetale, minerale.
Eppure c’è un consenso sul fatto che l’uninominale schiaccia i candidati su posizioni moderate. Oggi avremmo un candidato Pdl e un Pd a contendersi ogni collegio, con l’estinzione definitiva di tutti "gli altri".
Questo se il partito è chiuso. Se il partito è americano, aperto si producono le stranezze americane, dove trotzkisti e radicali vengono eletti. Noi radicali stiamo offrendo lezioni di libertà con il partito radicale da qualche tempo.
Perchè non vi piace il sistema tedesco, basato sul federalismo dei Laender e il cancellierato forte?
La Germania è forse il modello di maggiore successo in occidente. Come è noto la democrazia tedesca è stata protetta dopo la guerra dal divieto per determinate forze di organizzarsi (si pensi ai comunisti, i nazisti ecc). Ma dall’unificazione abbiamo visto apparire complicazioni notevoli: tra nuove sinistre e liberali, la realtà tedesca non mi sembra molto solida. Contiene contraddizioni interessanti, certo, all’interno di una ricerca lunga che possiamo far risalire fino a Weimar. L’elemento federale è positivo. Ma oggi le regioni orientali sono in crisi come il nostro sud. Io trovo poco contestabile che le democrazie più vive, contraddittorie, siano quelle anglosassoni, come gli Usa, il Canada. Sono fondate sull’elezione
diretta degli individui: dal presidente ai procuratori, dai giudici ai responsabili dei condomini. Sono sistemi con costituzioni antichissime, che hanno retto alla prova del tempo, hanno prodotto un bilancio positivo di crescita per 150 anni. In termini di Pil e di qualità della vita. Hanno vinto guerre e dittature.
Quindi il presidenzialismo le piace?
Certo. Ma conta l’assetto generale dello Stato. Perchè c’è il rischio che le posizioni presidenzialiste invece del nordamerica producano il sudamerica qui in Italia.
Qual’è la sua previsione. Che riforme faranno?
Sarà un pasticcio apparentemente ragionevole ma casereccio, alle vongole. L’ennesima controriforma.
Che ci si può aspettare da un parlamento di nominati?
Fine prima parte – segue
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