Int. a M. Pannella «Noi radicali votiamo la fiducia se...»

Dalla Rassegna stampa

Allora, Pannella, dopo il suo comunicato di mercoledì nel quale chiedeva a Berlusconi l’apertura di un dialogo, il premier l’avrà senz’altro chiamata... «Macché, tutto tace. So però che qualcuno, non saprei dire se autorizzato o no, è venuto a chiederci il voto...» .
 
L’avete respinto?
 «Chiaro. Noi non mettiamo all’asta i voti dei nostri 6 deputati, ma siamo pronti ad avviare un dialogo costruttivo con chi vorrà».
 
Anche col governo, dunque.
«Certo. Siamo lontani anni luce dalla destra e dalla sinistra di regime, ma siamo non violenti e i non violenti non hanno paura di confrontarsi col potere».
 
Su quali basi potreste «dialogare» con Berlusconi?
«Sulle stesse basi di sempre. Negli ultimi 55 anni, tutto è cambiato. Tutto tranne noi, e lo sai perché? Perché siamo l’unica, vera, alternativa al regime. Tanto al regime di destra quanto al regime di sinistra, che sono la stessa cosa. Noi siamo ‘alteri’, diversi e mentre tutti sono costretti a cambiare - nomi dei partiti, idee - noi rimaniamo fedeli a noi stessi».
 
Se il dialogo prenderà corpo su basi serie votereste la fiducia al governo?
«Sì, certo. Ma tutto sta in quel tuo ‘se’».
 
Nel senso che...
«Per dialogare bisogna essere in due e perché il dialogo abbia uno scopo occorre serietà da entrambe le parti. Il tempo dirà se quel ‘se’ è politico o un ragionamento per assurdo».
 
Nel comunicato, voi radicali non vi rivolgete solo a Berlusconi.
«Noi ci rivolgiamo a chiunque ci riconosca come interlocutore politico, che si tratti di Bersani o Di Pietro, di Berlusconi o di Bossi... Per noi, il dialogo col potere è un imperativo».
 
Possibile che col Pd, nelle cui liste siete stati eletti, non vi sia alcun dialogo?
«Nessuno, zero assoluto. Il Pd non ci riconosce come interlocutore politico. Negli ultimi 15 giorni abbiamo presentato non uno ma tre documenti politici con cui chiediamo a Bersani di avviare un confronto... Nessuna risposta».
 
Che idea ti sei fatto di Fini?
«Dopo Bossi e Berlusconi, è il terzo elemento del trio ‘capigrigi’: non rappresenta alcuna alternativa possibile, fa a pieno titolo parte del regime anche lui».
 
Voi radicali siete attenti alle forme, Fini dovrebbe dimettersi dalla presidenza della Camera?
«Cazzi loro. Se fossimo un Paese liberale, ti risponderei di sì, ma niente di liberale esiste in Italia... Fini avrebbe potuto esserlo, invece si è messo a livello di Casini e Rutelli. Fine, o Fini, del discorso».

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