Int. a M. Cappato - «Cosi cambiamo Milano»

Dalla Rassegna stampa

Liberare Milano dalle clientele, dal giogo di Comunione e Liberazione, dalle igieniste dentali e dal regime della vecchia politica. I Radicali che si presentano alle prossime amministrative pronti alla lotta. Di questa "missione impossibile" ne parliamo con Marco Cappato.
 
Alle amministrative i Radicali hanno scelto di appoggiare Pisapia e di correre da soli: non credi che un’alleanza più allargata ai socialisti e al mondo ecologista avrebbe aumentato il consenso elettorale?
 La storia di Pisapia è quella di una persona libera e laica. Abbiamo deciso di dargli fiducia per voltare pagina rispetto a una centrosinistra lombardo che ha rinunciato da tempo a fare opposizione al sistema di potere Formigoni-Moratti. Abbiamo scelto di presentare la Lista Bonino-Pannella per essere liberi di fare campagna sui nostri obiettivi di democrazia, laicità e legalità, nella convinzione che proprio la radicalità della nostra proposta può convincere anche chi finora ha votato a destra.
La vostra azione politica in questo momento è concentrata sulle firme false di Formigoni. Ma non credi sia importante dire anche quello che i Radicali propongono alla città?
 Appunto: è proprio alla città che proponiamo di liberarsi da quel blocco che occupa le istituzioni contro la libertà e contro le regole, con Comunione e liberazione e Compagnia delle Opere che la fanno da padroni nelle clientele, negli appalti, nella sanità, nell’Expo, nelle regalie clericali. C’è di mezzo anche il sistema delle cooperative, delle banche e dei padrini politici rossi o verdi che siano. Non è un caso se della truffa elettorale Bersani non parla, mentre il TAR ha respinto i nostri ricorsi e la Procura ancora non ha accertato le responsabilità penali. Sia Emma che Marco si impegneranno in prima persona, perché Milano è un caso nazionale, e va trattata come tale, proprio per rispetto alla città, alla sua vocazione europea. C’è poi da aggiungere che su questioni concretissime abbiamo dato, senza avere nemmeno uno strapuntino nel "palazzo", risposte di governo molto concrete, dai referendum sull’ambiente all’anagrafe pubblica degli eletti, approvata dal Comune ma mai applicata.
Parliamo di ambiente e referendum: perché non si è arrivati ad una lista civica referendaria? E come il referendum potrà influenzare il voto anche in termini di proposta politica?
 Se le regole saranno rispettate, i referendum si voteranno prima delle amministrative. In questo modo abbiamo già assicurato che la necessità di una rivoluzione ecologica sia in cima all’agenda elettorale, perché sarà la gente a decidere non i partiti. L’influenza sul voto amministrativo è dunque garantita, e continueremo a lavorare insieme agli altri promotori e alle associazioni ambientaliste. Il Comitato promotore è per natura trasversale, ed è la nostra forza. Un’iniezione di trasparenza e legalità è urgente forse per cambiare aria e non solo per lo smog. Serve una vera mission impossibile. Coraggio.

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