Int. a M. Cappato - "Il Cerba rinunci al Parco Sud usiamo un ex scalo ferroviario"

«Spostiamo il Cerba, non consumiamo il Parco Sud». Con lo stesso metodo, dice il capogruppo dei Radicali Marco Cappato, «seguito dalla giunta con la revoca del Pgt e la rilettura delle osservazioni». Una marcia indietro. «Un ripensamento urgente anche per tenere conto della contingenza economica: il territorio è un bene prezioso, non può diventare strumento per speculazioni o quadrature di bilanci immobiliari».
Perché anche il Centro biomedico di ricerca ideato da Umberto Veronesi dovrebbe essere spostato?
«Il Pgt è stato rivisto anche per limitare il consumo di suolo e aumentare il verde. Tra le motivazioni è citato anche l'esito di referendum ecologici che abbiamo promosso. È chiaro che un insediamento delle dimensioni del Cerba su un terreno agricolo, in pieno Parco Sud, dilaterebbe i confini urbani e renderebbe necessaria una compensazione ambientale enorme che non si capisce da dove potrebbe venir fuori. Farlo lì è un assoluto non senso anche per un altro motivo».
Quale?
«Parliamo di un'area periferica, priva di infrastrutture. Alla fine rimarrebbe non servita o avrebbe bisogno di investimenti notevoli. I più convenienti, però, sono anche quelli meno sostenibili come strade e parcheggi».
Ritiene il Cerba un progetto importante?
«Non volerlo costruire dove è previsto non significa rifiutarlo. Anche sul piano internazionale si sta affermando il modello dei grandi poli che uniscono ospedali e ricerca. Esistono però altre aree, come gli ex scali ferroviari: sono già nel tessuto urbanistico della città e un trasferimento non comporterebbe un consumo di suolo aggiuntivo».
Per proporre la sua idea ha anche presentato un'interrogazione ad hoc. Crede davvero sia possibile?
«A quanto pare il progetto ha già subito rallentamenti a causa della crisi. E la convenzione con il Comune none ancora stata sottoscritta. Questo è l'ultimo momento utile per pensare al futuro della città: non sprechiamolo».
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