Int. a M. Cappato - "In atto un'operazione clandestina per il monopolio della partitocrazia"

Dalla Rassegna stampa

Reduce dal "giuramento" di Milano, nelle mani di Emma Bonino, l`ultima battaglia dei Radicali ha un solo nemico: «L'illegalità di queste elezioni regionali». Marco Cappato, che in Lombardia corre per la poltrona di governatore, ascolta al telefono i dati dell`ultimo sondaggio di Crespi Ricerche.

Due per cento al candidato, 1,5 alla lista Bonino Pannella. Che impressione le fa?
«La stessa di sempre. E cioè che sono sondaggi fatti in un contesto di assoluta assenza di democrazia. A proposito di sondaggi, d`altra parte, ce n`è un altro, pubblicato sul sito di Radio  Radicale, molto indicativo: solo un elettore su 200 è in grado, spontaneamente, di fare il nome dei sottoscritto tra i candidati alla Regione Lombardia».
 

Intanto continua la battaglia contro la mannaia della raccolta firme che rischia di decapitare la vostra partecipazione alle regionali...
«Tra l`altro c'è il serio rischio che, alla fine, non potrò neppure candidarmi. Una eventualità che stiamo in tutti i modi cercando di scongiurare, ma senza un intervento delle alte cariche istituzionali, la mia mancata candidatura sarà una certezza. D`altra parte, tornando ai sondaggi, nella stragrande maggioranza, dei comuni sono state raccolte zero firme sugli appositi moduli
necessari per la presentazione delle liste. Il che significa, evidentemente, che neppure i dipendenti comunali sapevano dell`esistenza di questa possibilità. Insomma, un`operazione clandestina per assicurare la sola presenza partitocratica in questo confronto elettorale».

La vostra iniziativa potrebbe "aiutare" anche altre liste che si trovano nella vostra situazione. Avete registrato adesioni?
«Gli altri si sono rassegnati a quello spazio, piccolo o grande che sia, che il regime gli permetterà di occupare».

Mentre lo sciopero della fame e della sete di Emma Bonino prosegue...
«Esattamente. Non tutti sanno, del resto, della sua candidatura anche in Lombardia nelle rovince di Milano, Bergamo e Brescia, dove la metà dei lombardi potrebbero votarla ma dove, allo stato attuale, è più probabile che non possano farlo. Lo sciopero della fame e della sete di Emma non è un atto di disperazione, ma di speranza. Un atto di fiducia nei confronti delle alte cariche dello Stato e di un loro intervento».

Tornando ai risultati dei sondaggio, il vantaggio di Formigoni su Penati sembra già incolmabile. Lei che idea si è fatto?
«Che l`unica possibilità per Penati sta nella legge 175 del 2004 che vieta la candidatura di un governatore dopo due mandati consecutivi a suffragio universale. Come Radicali abbiamo annunciato ricorso contro la candidatura di Formigoni. Due esponenti dei Pd lo hanno già fatto, ma Penati l`ha definita un`iniziativa a titolo personale».

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