Int. a M. Beltrandi - I pannelliani tengono il punto «Noi rispettiamo le istituzioni»

«Perché abbiamo rispetto delle istituzioni. Da sempre. Ricordo che quando parlava Almirante il cosiddetto 'arco costituzionale' abbandonava l'aula e gli unici che rimanevano erano i deputati radicali. Noi siamo dell'idea che tanto più quando il momento è critico si debba aumentare l'impegno nelle istituzioni. Il che non toglie che poi a Berlusconi voteremo contro. E allora?».
Nel Pd l'hanno presa male. Che rispondete a Bersani che vi invita ad andare per la vostra strada e soprattutto agli elettori del Pd, che vi hanno votato?
«Io rimango sempre incredulo quando vedo che vengono intentati processi politici semplicemente perché si è presenti in una aula parlamentare. Io potrei anche capire se ci fosse stato un voto diverso sulla fiducia, ma se si sta semplicemente in una aula per rispetto delle istituzioni la mania espulsiva mi pare francamente inspiegabile».
Non è la prima volta che andate in controtendenza. Già non partecipaste al voto sul ministro Romano...
«Ma abbiamo votato per l'arresto di Papa, di Milanese. E comunque, questo è un caso ben diverso, e la sfiducia a Berlusconi la votiamo eccome».
Quindi ha torto il deputato dell'Udc Luca Volontè che dice che i radicali sono tornati alla casa del padre?
«Ma forse lui vuol tornare alla casa del padre! Noi alla casa di Berlusconi non ci siamo stati per anni e non abbiamo votato tutte quelle leggi che lui ha votato con Berlusconi».
E ora, discorso chiuso con il Pd? Finita la strada comune?
«Dipende. Io mi auguro che invece qui cominci un confronto. Il problema è che fino ad oggi il Pd ha rifiutato di considerarci un soggetto politico. È evidente che una unità delle opposizioni può esserci solo se c'è una condivisione delle scelte. Noi siamo pronti ad aiutare il Pd a farsi quel contenitore democratico che dice di voler essere. E loro?».
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