Int. a L. Palazzolo - Dai Padri costituenti alla cricca l'immunità non si nega a nessuno

Dalla Rassegna stampa

il Fatto Quotidiano, venerdì 15 luglio
Vuoi che te lo dica con una battuta? «La storia della Prima Repubblica è la storia delle autorizzazioni a procedere, la storia dell'immunità. Dai Padri costituenti alla Cricca, tutto unito da un comune denominatore: che in Parlamento i politici si difendono sempre con la compattezza di una Casta». A un certo, punto l'intervista con Lanfranco Palazzolo, 46 anni, giornalista di Radio Radicale, autore di Fumus persecutionis (Kaos edizioni, 22 euro) diventa quasi un gioco. Il libro di Palazzolo dovrebbe essere letto nelle scuole. Io chiedo come se interrogassi un oracolo, lui corre verso i faldoni del suo articolo e tira fuori il caso, il precedente, la curiosità che ti spiazza. Quello che esce fuori è il quadro sorprendente di una classe politica: «Fino ad oggi in questa legislatura ci sono state 22 richieste di autorizzazione all'arresto o all'uso delle intercettazioni. Quasi una cinquantina di procedimenti per diffamazione aggravata. Ebbene, nel primo caso sai come ha risposto il parlamento? Sempre no».
 
Cominciamo dall'inizio. Perché citi anche i Padri costituenti?
Perché c'è stata una richiesta di arresto anche lì, e per omicidio.
 
Di chi si trattava?
Dell'onorevole Concetto Gallo del Movimento per l'indipendenza della Sicilia. Caso unico, non fu trattato con troppi privilegi. Il guardasigilli era Togliatti: propose per il no all'arresto e per il sì all'indagine. E così votarono.
 
Caso raro?
In tutta la storia della prima repubblica sono state date solo quattro autorizzazioni a procedere.
 
Elenchiamole...
Si comincia con l'onorevole comunista Moranino, nel 1952. Gli strascichi della guerra civile: lui, l'ex partigiano che non voleva deporre le armi scappò in Cecoslovacchia. Nel 1976 si autorizzarono i magistrati a procedere contro Saccucci, che aveva sparato da un palco in un comizio e poi imputato per il golpe Borghese. Nel 1983 il voto è contro Toni Negri eletto nei radicali, per l'inchiesta Calogero sul terrorismo. Infine viene dato il nulla osta per Massimo Abbatangelo su cui nel 1984 pendeva l'autorizzazione per traffico d'armi. Ci sono anche delle sorprese clamorose. Sapevi che Napolitano ha avuto una richiesta per vilipendio di pubblico ufficiale? Era entrato nell'ufficio di un questore dicendogli: "Lei ha fatto scendere in piazza dei funzionari irresponsabili": era il 1956...
 
Ricordando come la celere trattava le opposizioni sono certo che avesse ragione!
In ogni caso l'autorizzazione fu negata.
 
Altre chicche?
Una perla. Nel 1958 i giudici chiedono di procedere contro tutto il gruppo dirigente missino, Almirante, De Marsanich, Grai, Roberti, Romualdi, Nicosia e De Marsanich. Per rissa, lesioni aggravate, lancio di bicchieri nel ristorante Parma di Roma.
 
Oddio, chi li aveva aggrediti?
Nessuno. Era una agitata cena post congressuale. Rimase ferito un cliente del locale, colpito da una sedia!
 
Autorizzata?
No, negata, ovviamente. Senti questa: nel 1993 un certo Gianfranco Fini si becca una richiesta di autorizzazione a procedere: nel corso di un comizio in Sicilia ha definito un certo Raffaele Lombardo «Uno da sorvegliare». Autorizzazione negata, ovviamente. Pensa, quella del ministro Roberto Maroni, per resistenza a pubblico ufficiale negli scontri davanti alla sede di via Bellerio non è mai arrivata al voto!
 
Ma lui andò in giro con il collarino ortopedico per un mese. Passiamo alla legislatura in corso? Un po' di storia: nel 1993, dopo la mancata autorizzazione a procedere, si riforma l'articolo 68 della Costituzione. C'è grande battaglia perché viene cancellato il divieto di indagare. Sostengono l'abrogazione? Pds, Rifondazione e la Rete. Socialisti e Dc protestano: così mettiamo la politica nelle mani dei magistrati.
 
Invece?
Da allora non c'è più nessuna autorizzazione! In questa legislatura ci sono casi clamorosi. Sgarbi, messo sotto indagine per aver ricoperto di contumelie il sindaco di Piacenza. Il relatore, Francesco Paolo Sisto, crea un precedente e dice: «Sono insulti così gravi che non posso accluderli nella mia relazione».
 
E cosa succede?
Una cosa comica: in commissione nasce un fascicolo separato in cui c'è il florilegio: «Testa di cazzo», pornografo, «una faccia di merda», «è da prendere a calci un culo». Ovviamente Sgarbi viene assolto. Passiamo alle cose serie. Nell'ottobre del 2010 il ministro Lunardi è sotto indagine nientemeno che per corruzione, per la famosa palazzina acquistata a prezzo di favore in via dei Prefetti. Assolto pure lui.
 
Che maggioranze si formano su questi voti?
Ecco, qui c'è un fatto interessante. C'è solo un parlamentare su cui si dividono in modo bipolare destra e sinistra. Indovina chi...
 
Silvio Berlusconi?
Proprio lui. Dopo di allora ci sono sempre maggioranze spurie, che difendono trasversalmente il privilegio della Casta. La destra aiuta la sinistra e la sinistra aiuta la destra. L'ex ministro Pecoraro Scanio. Nel marzo 2011 si chiede l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni per una inchiesta il cui capo di accusa è concussione. Tutto negato, con il voto decisivo del centrodestra.
 
Poi c'è il caso del senatore del Pd Tedesco...
Altra perla. Non c'è stato nemmeno il dibattito, la giunta ha respinto il testo del relatore, si arriverà direttamente in Aula. Non mi far fare pronostici su come va a finire.
 
Però gli imputati di destra e sinistra non sono equivalenti.
Assolutamente no. Fra i casi esaminati 13 sono del Pdl 2 del Pd, uno dei Verdi e uno del partito democratico meridionale, l'onorevole Fuda. Aveva mandato delle richieste di raccomandazione dal suo fax del Senato. Come è andata a finire?
 
Autorizzazione negata.
Esatto. La norma chiede al parlamento di valutare solo una condizione: se esista o meno un fumus percesutionis. Fino ad oggi la storia è andata così, spero che a partire dai prossimi due voti, il brutto spettacolo della politica che si tutela da sé possa finalmente finire.

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