Int. a L. Conti - "Nessuno mi ha mai chiesto scusa e lo Stato si è praticamente eclissato”

Dalla Rassegna stampa

Terroristi e vittime. Delitto e castigo. Perdono e rancore. Sono tutti binomi che rappresentano altrettante categorie dello spirito del “day-after” la stagione del terrorismo nero che ha insanguinato l'Italia negli anni '70 e '80. Recentemente se ne e riparlato dopo l'incredibile iniziativa dl Tribunale di sorveglianza di Bologna che per istruire la pratica della liberazione condizionale del brigatista rosso Prospero Gallinari, ritenuto l'assassino materiale di Aldo Moro e condannato all'ergastolo per questo e per decine di altri omicidi, ha scomodato circa 500 persone da ogni parte d'Italia chiedendo loro una sorta di liberatoria del perdono. Lorenzo Conti, figlio dell'ex sindaco socialista delle Br Lando, ucciso nel pomeriggio del 10 febbraio 1986 da un commando brigatista, in proposito ha idee piuttosto chiare.
 
Gli assassini di suo padre hanno mai tentato di instaurare un rapporto con lei chiedendole scusa?
Mai, anche perché ad oggi, dopo 25 anni, non ho il "piacere" di conoscere chi è stato a sparare e nemmeno chi è il mandante.
 
Lo stato quanto la ha fatto attendere prima di risarcirla come familiare di vittima del terrorismo?
Dopo qualche mese ci versò un assegno di 20,000.000 di vecchie lire. La prima legge pro vittima del terrorismo che attribuisce allo Stato la responsabilità è del 1998. Quindi circa dopo 12 anni mi è stato dato un assegno vitalizio di 500.000 lire.
 
È mai stato chiamato per "perdonare" qualcuno come è successo a Sabrina Rossa da un magistrato di sorveglianza tramite le forze dell'ordine?
Mai, ripeto, perché non conosco gli assassini e nemmeno mai li conoscerò. Infatti, grazie all'"impegno" del sostituto Procuratori della Repubblica Francesco Fleury è stato deciso di archiviare le indagini sull'omicidio di Lando Conti.
 
Cosa pensa di questa burocrazia del dolore?
È un ennesimo atto di ipocrisia legale ed istituzionale. Ci si appella a questi escamotage per sollevare la responsabilità delle scelte dei magistrati che devono decidere. Molti politici di oggi affermano che la Costituzione prevede il "reinserimento sociale". Ma allora mi pongo una domanda: perché sempre la Costituzione afferma che il Presidente della Repubblica può concedere la grazia? Esiste o meno la pena dell'ergastolo che, ricordo, è stata ampiamente confermata dal popolo italiano anche con un referendum svolto negli anni '80? Per tacere delle istituzioni si sono eclissate.
 
Pensa che per meritare la liberazione condizionale i terroristi assassini condannati all'ergastolo dovrebbero fare qualcosa di più concreto per i loro familiari?
Si! Dovrebbero prima svolgere un vero percorso di pentimento per giungere alla richiesta di scuse alle famiglie degli assassinati. Poi dovrebbero rimanere nell'oblio senza avere la voglia di apparire o raccontare la loro storia. Dovrebbero magari impegnarsi nel sociale aiutando i bisognosi e non scrivendo libri che procurano solo ed esclusivamente a loro i soldi le necessità. Mi risulta che mai nessuno di essi abbia scritto un libro o un film o altro e l'incasso sia stato devoluto, per esempio, alle famiglie delle vittime.
 
Ritiene allora che se la siano cavata a buon mercato?
Se la sono cavata sempre a "buon mercato". Faccio degli esempi. Adriano Sofri è a casa in libertà, Ovidio Bompressi graziato, Sergio D'Elia ex parlamentare, Toni Negri libero di tenere conferenze, Cesare Battisti in Brasile in attesa di espatrio se mai ci sarà. Più altri circa 150 spariti nel nulla ed in attesa di condanna.
 
È vero che i mandanti dell'omicidio di Conti sono ancora liberi?
Si è vero. Qualcuno mi dovrebbe spiegare, come da esposto che ho fatto al ministro di Grazia e Giustizia Alfano, perché non si è indagato mai nei confronti di Democrazia Proletaria che accusò mio padre, tappezzando Firenze di manifesti intrisi di odio, di essere un "mercante d'armi" ..., stessa motivazione che poi si ritroverà nel volantino di rivendicazione dell'omicidio da parte delle BR-PCC. Non capisco nemmeno come mai non si sia proceduto alla condanna in via diretta quando la terrorista Barbara Balzerani rivendicò dopo 36 ore l'omicidio di mio padre mentre era in corso un processo a Napoli. Ad oggi non ho avuto risposta dal ministro. Perché questo silenzio ? Hanno paura della verità?

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