Int. a G. Podestà - "Firme false? Lo dirà il giudice ma a controllarle non ero io"

«Non spettava a me controllare le firme di Formigoni, ma a Clotilde Strada. Basta con i processi sui giornali». Il presidente della Provincia Guido Podestà, ed ex coordinatore regionale del Pdl, rompe il silenzio dopo la denuncia dei Radicali e respinge le accuse di chi, nel suo partito, lo ha chiamato in causa. «Aspettiamo il giudizio della magistratura. Ma se emergerà qualcosa di irregolare ne risponda chi aveva questa responsabilità nel partito».
Presidente Podestà, l'indagine della procura potrebbe far emergere anche responsabilità politiche sulla vicenda delle firme false: è preoccupato?
«Non mi sono mai occupato della raccolta delle firme perché da sempre c'era una struttura interna al partito con questo compito».
A chi spettava?
A chi spettava?
«A Clotilde Strada».
Non è anche la collaboratrice di Nicole Minetti?
Non è anche la collaboratrice di Nicole Minetti?
«Ultimamente sì. Né io né l'allora coordinatore regionale Massimo Corsaro ci siamo mai occupati della raccolta delle firme. La Strada aveva questo incarico da dieci anni. Quando hai fiducia in una persona non stai lì a verificare il suo lavoro».
Ma quelle firme sono palesemente false.
Ma quelle firme sono palesemente false.
«Che io sappia non sono false. Lo dica la magistratura. Se si chiarirà che è avvenuto qualcosa di anomalo, qualcuno ne sarà responsabile. Io posso dire solo come sono andare le cose quel venerdì sera, il giorno prima del deposito della lista».
Prego.
«Sono passato al partito verso le otto di sera. Stavano facendosi una pizza, c'era un clima festoso. Sono stato lì una ventina di minuti, ne ho mangiato una fetta anch'io e me ne sono andato. Non mi sembra ci fosse alcun segnale di turbolenza. Quello che è successo dopo non lo so, ma la magistratura ha i nomi di chi c'era».
Quella sera il listino era chiuso?
Prego.
«Sono passato al partito verso le otto di sera. Stavano facendosi una pizza, c'era un clima festoso. Sono stato lì una ventina di minuti, ne ho mangiato una fetta anch'io e me ne sono andato. Non mi sembra ci fosse alcun segnale di turbolenza. Quello che è successo dopo non lo so, ma la magistratura ha i nomi di chi c'era».
Quella sera il listino era chiuso?
«Lo era da tempo. Era da tre giorni chiuso anche con l'ultima posizione in corsa, scelta tra una persona indicata da Letizia Moratti, una da Sandro Bondi e una dalla Lega. Due giorni prima Bossi e Berlusconi decisero che quel posto sarebbe andato al Carroccio».
Dopo la vicenda delle firme false lei è stato sostituito.
Dopo la vicenda delle firme false lei è stato sostituito.
«Sono io che ho dato le dimissioni perché ero troppo assorbito dagli altri incarichi. È stata una scelta concordata da tempo con Berlusconi».
Il nuovo coordinatore Mario Mantovani, però, ha rivendicato una linea di discontinuità sulla trasparenza nella raccolta delle firme.
Il nuovo coordinatore Mario Mantovani, però, ha rivendicato una linea di discontinuità sulla trasparenza nella raccolta delle firme.
«Le stesse modalità erano state utilizzate quando i coordinatori erano Mariastella Gelmini o Paolo Romani. Siccome non erano mai emersi problemi con la struttura che aveva questo compito, siamo andati avanti serenamente con queste persone».
Perché allora questo problema il partito lo pone solo oggi?
Perché allora questo problema il partito lo pone solo oggi?
«La modalità della raccolta delle firme è sempre stata la stessa da dieci anni. Se ne sono sempre occupate le stesse persone. Crede che in passato non ci siano state discussioni fino all'ultimo per mettere persone in lista?».
Oggi, però, c'è chi come Sara Giudice disconosce la sua firma.
Oggi, però, c'è chi come Sara Giudice disconosce la sua firma.
«Aspetto che la magistratura chiarisca. Ma non accetto la modalità del processo mediatico».
Si è sentito scaricato dal partito?
Si è sentito scaricato dal partito?
«No. Trovo normale che chi arriva si metta a cambiare le cose, ma prima di criticare dovrebbe almeno informarsi di come ha lavorato chi c'era prima di lui».
Qual è il suo giudizio sulla raccolta di firme del listino di Formigoni?
Qual è il suo giudizio sulla raccolta di firme del listino di Formigoni?
«Permette che prima si concluda il lavoro della magistratura? Il mio giudizio lo darò nel momento in cui saranno accertati i fatti».
È vero che ha chiesto aiuto anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?
È vero che ha chiesto aiuto anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?
«Non vedo il capo dello Stato da almeno venti giorni, non sono andato a trovarlo né ho chiesto a qualcuno di farlo. Mi sembra che Napolitano in questo momento abbia ben altro da fare. È, come sempre, un fumus che qualcuno crea. Non sono preoccupato: se ci sono stati comportamenti anomali ne risponderà chi aveva responsabilità».
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